11 Settembre, Il Cuore del Vuoto

La scelta, micidiale, dei criminali terroristi di Al Qaeda, fu di marchiare l’inizio di un intero millennio col sangue e col delirio del loro “martirio”.

Si voleva divenire simbolo: simbolo del crollo dell’intero sistema Occidentale che in quegli anni appariva saldamente egemone nel mondo.

Riguardare oggi il World Trade Center che frana dopo gli schianti degli aerei, le persone che si buttano dalle torri, ha un sapore macabro di infausto presagio.

20 anni dopo quel giorno, l’egemonia occidentale non è mai stata così debole.

Quella stessa egemonia Politica, Economica, Militare, colpita al cuore con la scelta dei tre obbiettivi terroristici, si può di fatto dire che non esista più, semmai c’è stata.

Politicamente, economicamente, militarmente, sono emersi altri giocatori, altri fattori, altri eventi, che hanno eroso la monolitica certezza che il dominio occidentale avviato con la vittoria alleata della seconda guerra mondiale non sarebbe finito mai.  

Il dato più sconcertante, tuttavia, è quello culturale. L’Occidente non è più in grado di esprimere un senso, un pensiero, una cultura che orienti lo sviluppo del pianeta e l’esistenza dei popoli: brancoliamo nel buio, abbiamo irrigidito la retorica su giuste battaglie, molte delle quali di fatto già vinte, solo perché vogliamo rimuovere il vuoto assordante che ci si è spalancato sotto i piedi, mentre altri si oppongono e reagiscono con ridicole tesi cui neanche loro credono solo perché hanno bisogno di opporsi per poter sentire di esistere.

Il Cuore del vuoto è il collasso dell’intera struttura di senso della cultura occidentale, che non riesce più a esprimere il valore delle persone, e ci consegna di fatto al dominio di una tecnica senza significato e senza volto.

Quelle di fede, poesia, spiritualità, sapienza, cultura, sono le prime macerie che bisogna raccogliere, le prime ceneri da tutelare e curare.

È da loro, da lì, che l’Occidente DEVE tirare fuori una nuova sintesi, una nuova cultura, un nuovo Spirito, la sua nuova Fenice.

Giacomo Fagiolini

 

 

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