Brics: un nuovo ordine mondiale più equo

“Dedollarizzazione” un termine inusuale, ma prima sussurrato e ora gridato ad alta voce dai paesi che vogliono un nuovo ordine mondiale.

Brics, acronimo di Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa, hanno iniziato la politica dell’allargamento, infatti dal gennaio 2024, entreranno a tutti gli effetti Argentina, Egitto, Iran, Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti. Uno degli obiettivi è un piano per un nuovo ordine economico mondiale, che utilizzi una nuova moneta per gli scambi commerciali. L’avvio della “dedollarizzazione” darà la possibilità ai paesi membri, di utilizzare la loro moneta locale per acquisti o vendite di merci, prodotti agricoli e industriali. I nuovi rapporti di forza economico-finanziari che si stanno costituendo rappresenta quasi la metà del mercato globale.

Ci sono altri 23 paesi in lista di attesa, che hanno chiesto di entrare nei Brics e per ora sono denominati “paesi amici dei Brics”. Un’altra fetta di mercato, di scambi commerciali, di interazioni politico-economiche che avranno ripercussioni su tutto l’Occidente. Si pensi che già da ora detengono il quasi monopolio sulle fonti energetiche, agricole e industriali. Gli accordi con i paesi emergenti dell’Africa apriranno un fronte vastò per gli scambi di ogni tipo.

Le dichiarazioni del vertice conclusosi in questi giorni rassicurano, dicendo che si vuole un nuovo ordine internazionale più equo. Infatti nella dichiarazione finale del vertice di Johannesburg, si mette al centro “l’impegno per un multilateralismo inclusivo e il rispetto del diritto internazionale, compresi gli scopi e i principi sanciti nella Carta delle Nazioni Unite come pietra miliare indispensabile, e il ruolo centrale delle Nazioni Unite in un sistema internazionale in cui gli Stati sovrani cooperano per mantenere la Pace e la sicurezza, per promuovere lo sviluppo sostenibile, per garantire la promozione e la protezione della democrazia, dei diritti umani e delle libertà fondamentali per tutti e per promuovere la cooperazione basata sulla solidarietà, rispetto reciproco, giustizia e uguaglianza”. Parole chiare, ma contraddittorie con quanto avviene ogni giorno. Ma vale anche per l’opulento Occidente che della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani ne fa carta straccia, lasciando morire nel Mediterraneo migliaia di donne e bambini.

Nascerà un nuovo blocco. Un nuovo ordine, ma i problemi saranno gli stessi. Forse questo nuovo ordine economico sarà più equo nei confronti dei paesi emergenti. Forse sarà più giusto. Forse rispetterà di più i diritti umani. Non lo sappiamo. Staremo a vedere. Certo è, che fino ad oggi nessuno Stato è coerente con la Carta delle Nazioni Unite.

Intanto i Brics dal 2024 rappresenteranno il 35% del Pil mondiale e il 46% della popolazione. Un mercato immenso per Cina e Russia, ma anche per l’India e il Brasile di Lula, così per il Sud Africa.

Liberarsi dal “giogo del colonialismo”, imporsi come potenze economiche dotate di un peso tale da costituire l’alternativa all’ordine globale voluto e capitanato dagli Stati Uniti, per la costruzione di un mondo multipolare dove il dollaro venga sostituito da una moneta comune per non dipendere dalla valuta di un Paese terzo. Lanciare la sfida per contrastare l’Occidente e porre le basi per un nuovo ordine mondiale, con Russia e Cina alla testa dei Paesi in via di sviluppo, concordi che il predominio di Stati Uniti ed Europa (e Nato) abbia finora fatto più danni che benefici.

Altri 23 Paesi hanno manifestato interesse per entrare nei Brics per promuovere una governance globale più giusta, equa e ragionevole. Invio del grano e dei vaccini è un primo passo risultato tangibile per i Paesi africani tenuti sotto schiavitù dal colonialismo.

 Claudio Caldarelli