Le avversità della vita
Le avversità della vita rendono unico ogni percorso. “Le nuvole giungono/ fluttuando nella mia vita,/ non più per portare pioggia/ o per annunciare la tempesta/ ma per aggiungere colore/ al mio cielo al tramonto”.
Così il poeta, filosofo, scrittore bengalese Rabindranath Tagore ci spiega che le avversità della vita rendono unico ogni percorso di vita. Ogni avversità porta con sé, novità, curiosità e forza di affrontarla.
Tagore aveva 14 fratelli e sorelle, di famiglia nobile e religiosa, iniziò a comporre che aveva otto anni.
Alcuni suoi libri tradotti in tutto il mondo, tra cui “Ricordi della mia vita” del 1921 e la raccolta “Sadhana” del 1913 che tratta di religiosità. Nel 1913 vinse il premio Nobel per la Letteratura, primo autore non occidentale a ricevere tale riconoscimento, donò la somma ricevuta alla scuola di Santiniketan.
Tagore è un attento osservatore della natura, le sue riflessioni teologiche, artistiche e poetiche nascono da questa sua attenta riflessione. Ciò che lui vede, scrive, senza nulla tralasciare al caso. Tagore è in grado di trasmettere ciò che è sotto gli occhi di tutti ma che nessuno vede. L’essenza dell’uomo è l’essenza di Dio. Da qui, il pensiero che le avversità sono il percorso da intraprendere per essere se stessi. La tolleranza e il rispetto sono elementi fondanti del suo pensiero.
Nei versi citati, Tagore contempla la natura e in particolare due elementi, le nuvole che simboleggiano le avversità della vita e il sole che rappresenta l’immagine della potenza cosmica. Le nuvole non sono solo le avversità, ma anche la ricchezza di una nuova vita, la rinascita, l’acqua che tutto fa rifiorire. Le nuvole che aggiungono colore alla vita.
Tagore ci dice che le avversità sono importanti perché aiutano a confrontare la vita immaginata con la vita vissuta. Consentono alla persona di essere consapevole di sé stesso e della sua vita, che rendono unico il percorso di ognuno. Riflettere su se stessi per essere se stessi fino in fondo.
Emanuele Caldarelli