Esistere è un fatto, vivere è un’arte

“Esistere è un fatto, esistere è un’arte”.

Non abbiamo scelto di vivere, ma dobbiamo imparare a farlo, così come si imparerà a cucinare, suonare, scrivere. Questo il ruolo dell’educazione. Peccato che l’educazione, concentrata sul saper fare, si preoccupi sempre meno del saper essere; mira a permetterci di affrontare le sfide esteriori della vita, più che quelle interiori…”.

Frederic Lenoir, filosofo francese, riflette sulla vita, su come affrontarla sottolineando i limiti della quotidiana contemporaneità degli insegnamenti.

Come si affronta il dolore o come si acquisisce la libertà interiore, o come si fa ad amare, in una società dove il valore della persona è dato da quanto accumula e non da quanto è felice. I limiti della avidità umana prendono il sopravvento rispetto alla etica di essere essenza di sé stessi.

Una pratica preliminare di qualunque altra è la pratica della meraviglia, ci dice Chandra Candiani. Esercitarsi a non sapere e a meravigliarsi. Guardarsi intorno e lasciar andare il concetto di albero, casa, mare e guardare con sguardo che ignora il risaputo. Esercitarsi alla meraviglia cura il cuore malato che ha potuto esercitare solo la paura.

La ricerca della felicità è uno dei tratti che accomuna gli esseri umani di ogni epoca e luogo, ma nella nostra società consumistica, frenetica, piena di rischi e di incertezze sembra diventata più ardua che mai. Viene spontaneo chiedersi, scrive Lenoir, cosa si può fare per vivere una buona vita, in armonia con gli altri e soprattutto, con se stessi.

“Schiacciati fra un’ideologia consumistica disumanizzante e una religione opprimente e dogmatica, non ci resta che volgerci alla filosofia e alle grandi correnti di saggezza che hanno attraversato la storia dell’umanità. I filosofi di ogni parte del mondo…hanno lasciato in eredità i segreti che permettono di nutrire e sviluppare la vita interiore: accettare la vita per quello che è, conoscere se stessi e imparare il discernimento, vivere nel qui e ora, esercitare l’autocontrollo, fare il silenzio dentro di sé, saper scegliere e perdonare”.

Epitteto osserva, a ragione, che spesso vorremmo cambiare ciò che non dipende da noi e in compenso tralasciamo di migliorare ciò che da noi dipende. Un simile atteggiamento non può che condurre all’infelicità e al risentimento.

A ogni istante l’esistenza ci accarezza, semplicemente non ne siamo consapevoli: il vento ci raggiunge e ci sfiora, quelle sono le mani dell’esistenza. La fragranza dei fiori si raggiunge: è il profumo della divinità che è in noi. La luce arriva a noi dalle stelle più lontane: quelle sono parole d’amore. Nel momento in cui ne diventi consapevole, scopri che il divino ti tocca, ti sfiora in continuazione. Ti accarezza mente sei sveglio, ti tocca mentre dormi. Il divino è il tuo respiro, il tuo cibo ed è anche i tuoi sogni, poiché esisti tu e il divino dentro di te. Ne devi solo essere consapevole.

Claudio Caldarelli

Print Friendly, PDF & Email