La merda finisce ma la cattiveria è infinita

La follia. Solo la follia, che follia non è, può permettersi di maltrattare il pubblico rendendolo partecipe del maltrattamento, trascinandolo dentro un ruolo di pura merce, senza nessun alito di ribellione. Esattamente ciò che avviene tutti i giorni alla umanità intera. La fine del nostro tempo, non sostituito da altro tempo, con la consapevolezza di una crisi esistenziale totale che contamina l’intera società.

Antonio Rezza, al teatro Vascello di Roma, con Fotofinish, alza l’asticella della recitazione elevandola ad arte sublime. Unico dei pochi se non l’unico che può sedere sull’Olimpo delle divinità dello spettacolo. Con lui sul palco un bravissimo e instancabile fustigatore:Ivan Bellavista. Due provetti Caronte e Cerbero, talmente impegnati a traghettare nel mondo dei morti, in non morti che morti sono, da rimanere a sorvegliare l’accesso affinché nessuno possa fuggire o uscire.

La società attuale racchiusa nel suo punto di rottura, con tutte le sue fragilità e idiosincrasie, ma soprattutto con tutti i suoi falsi miti di progresso. Una società di apparenze che svuota la propria esistenza  da quella essenza vitale che la renderebbe meno banale.

Antonio Rezza, con l’ausilio dei marchingegni di Flavia Mastrella, è un fiume in piena, il moguldell’intrattenimento, incarnazione surrealista e astrusa, politicamente “scorretto” secondo i canoni della borghesia decadente, ma politicamente attuale, antieticoe immorale, nel mettere in luce l’immoralità e l’assenza di valori di un mondo che si autodistrugge, sempre con l’aiuto degli americani. Gli stessi americani delle guerre, della schiavitù, degli omicidi, da Malcom X a JFK. Gli americani del muro e dei bombardamenti al fosforo. Un vulnus che attiva il cortocircuito del cervello al solo riflettere di quanto la società sia mediocre, tanto da farsi mettere il “culo” in faccia senza replicare. Una società carbonizzata dal consumismo che idolatra tutto ciò che non è religioso ma fatto passare come “via Crucis” in cui le suore possono correre dietro al nulla brandendo crocifissi di diversa misura. Il lavaggio del cervello ad opera dei media, intenti a costruire società di zombie, di umani senza stimoli, talmente appecoronati al sistema di potere, da non reagire neanche allo stimolo di un “pisello” che ciondola.

Dopo due ore dissacranti, ma intelligenti allo stato supremo, si ritorna a spalare la merda, dopo aver toccato il culo alla società schiava di se stessa, per poter, in tono liberatorio dire: “la merda finisce, mentre la cattiveria è infinita”.

Claudio Caldarelli

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