I figli sono come gli aquiloni

Non credo possa esserci un modo per descrivere l’angoscia che assale qualsiasi essere umano, purché degno di questo nome, nel vedere il dramma che sprigiona dal volto di quei bambini e da quello della loro mamma afghana che li ha portati all’aeroporto di Kabul e sta cercando di trovare una via d’uscita per salvarli da possibili ritorsioni dei Talebani e dalle incertezze relative al loro futuro.
Sant’Agostino scrisse che i figli sono lo specchio della madre che in loro rievoca il bell’aprile della sua giovinezza.
E noi siamo certi che quella mamma afghana sta cercando di non far trasparire nessun segno del terrore presente nella sua mente e nel suo cuore per non turbare la serenità dei suoi piccoli; quella mamma sa benissimo che la vita dei suoi figli sarà per sempre segnata dai sentimenti che essi scorgeranno nel suo volto o nei suoi occhi in quel momento; è perfettamente conscia della necessità di salvaguardarli fino a che non avranno gambe per proseguire il loro viaggio e per affrontare da soli le prove che la vita riserva a tutti noi.
Madre Teresa disse che i figli sono come gli aquiloni: gli insegnerai a volare, ma non voleranno il tuo volo. Gli insegnerai a sognare, ma non sogneranno il tuo sogno. Gli insegnerai a vivere, ma non vivranno la tua vita. Ma in ogni volo, in ogni sogno e in ogni vita rimarrà per sempre l’impronta dell’insegnamento ricevuto.
La prova di quella madre resterà per sempre nel cuore di quei bambini, indelebile e ben più pregnante di doni materiali che ben presto scompaiono dai ricordi, rimarrà impresso quel momento d’amore materno nella mente di ognuno di loro. Quelle emozioni rimarranno incastonate nelle loro menti e ne impronteranno la vita futura.
Proprio perché ci sentiamo colpiti dal dramma afghano non possiamo non tacere l’imbarazzo e poi il ribrezzo che proviamo di fronte a sconsiderate, grette, speculative ed ignoranti affermazioni di quel Matteo Salvini che soltanto due anni fa chiedeva pieni poteri.
Quel deplorevole politico ha scritto: “Italia, Europa, Occidente: vergogna! Lasciare donne e bambini in mano ai tagliagole islamici, dopo anni di battaglie e sofferenza, non è umano.”
Tagliagole islamici? In Afghanistan la popolazione è al 100% islamica!! La stragrande maggioranza è sunnita (87 – 90%) ed il resto sciita. I Talebani sono un’altra cosa, sono estremisti sunniti che sono stati appoggiati, finanziati ed armati dall’Occidente quando combattevano contro i sovietici ed oggi vengono finanziati ed armati da alcune altre nazioni a maggioranza sunnita, tra le quali Pakistan ed Arabia Saudita. Proprio quella del nuovo Rinascimento di Renzi! Gli afghani che fuggono sono islamici che cercano di salvarsi dai Talebani; le donne che cercano di salvarsi sono islamiche che probabilmente vorrebbero semplicemente lavorare e vestirsi come meglio credono.
Insomma, siamo noi occidentali ad averli armati quando ci facevano comodo. Così come ora siamo fuggiti, proprio come hanno fatto gli americani. Con una grande differenza però! Noi abbiamo tolto le tende mentre gli americani hanno vissuto un altro Vietnam ed hanno abbandonato le montagne lasciando le armi nelle mani dei Talebani.
Adesso bisogna che i governi sappiano farsi carico di quella mamma e dei suoi bambini, isolando tutti coloro che in nome di qualche volgare interesse elettorale continuano a mestare nel torbido e a confondere la vittima con il carnefice.
Lo stesso Papa Francesco, unitamente al Grande Imam Ahmad AL Tayyeb, ha redatto e sottoscritto una dichiarazione formale congiunta, così come ci ha mirabilmente ricordato Carlo Faloci in un suo recentissimo scritto pubblicato anche su questo blog, nella quale i due massimi esponenti del Cattolicesimo e dell’Islamismo dichiarano “fermamente, che le religioni non incitano mai alla guerra e non sollecitano sentimenti di odio, ostilità, estremismo, né invitano alla violenza o allo spargimento di sangue e

Dichiarano di adottare
la cultura del dialogo come via,
la collaborazione come condotta,
la conoscenza reciproca come metodo e criterio
”.

A tutti noi quella donna dovrebbe ricordare nostra madre, così come ognuno di noi dovrebbe vedere in quei bambini i propri figli, perché un figlio ha diritto a poter dispiegare il suo volo proprio come un aquilone e a poter diventare “di più” del mondo che gli abbiamo dato, così come liricamente lo descrisse Pablo Neruda, nella sua poesia dedicata al figlio:

Da tanti luoghi vieni,
dall’acqua e dalla terra,
dal fuoco e dalla neve,
da così lungi cammini
verso noi due,
dall’amore che ci ha incatenati,
che vogliamo sapere
come sei, che ci dici,
perché tu sai di più
del mondo che ti demmo.

di Pietro Lucidi

Print Friendly, PDF & Email