FARE ENERGIA PER LA PACE

silviaÈ possibile agganciare il discorso della pace con quello delle energie rinnovabili? Lunedì 13 marzo 2023 è una data importante, non solo per il decennale del pontificato di Papa Francesco, ma anche per il fatto che a Roma durante il convegno “fare energia per la pace” è stato siglato un patto epocale, la creazione di una CERP ovvero una Comunità Energetica Rinnovabile per la Pace. È infatti stato firmato l’accordo fra Centro Islamico Culturale d’Italia e Grande Moschea di Roma con l’Università Pontificia Antonianum. Un messaggio importante alla luce del dialogo interreligioso e una svolta per la transizione ecologica, sono stati evidenziali durante il convegno.

L’iniziativa promossa dall’Ordine dei Frati minori, attivi nel processo di trasizione ecologica, ha coinvolto la comunità islamica di Roma nell’intento di confermare un importante passaggio epocale nell’ottica della autoproduzione di energia rinnovabile con impianti alternativi alle energie fossili. Nel caso di queste due istituzioni, verranno avviati processi per passare dall’essere “consumer” al diventare “prosumer”, ovvero ad essere quel gruppo di soggetti, istituzioni, enti o condomini accomunati da scopi energetici comuni (come queste due comunità religiose ad esempio) che unendosi fra loro, sfruttano i loro spazi per produrre, consumare e condividere energia da fonti interamente rinnovabili. In questo caso ricorreranno all’energia solare con impianti fotovoltaici, un passaggio necessario e indispensabile per disinnescare il rischio non solo dell’innalzamento climatico, ma anche di quei fenomeni di dipendenza che da sempre hanno causato gravi conflitti legati agli interessi derivati dai grandi profitti generati dalle energie fossili come gas, petrolio e carbone. Ultimamente abbiamo potuto constatare con la guerra russo-ucraina come sono stati coinvolti i paesi legati al gas russo, per questo motivo l’indipendenza e il passaggio alle energie rinnovabili sarebbe auspicabilmente anche un passaggio a dinamiche di pace.

Un processo di pace e di dialogo è necessario per ritrovare gli equilibri perduti e per appianare le disuguaglienze, queste le considerazioni di geopolitica che sono emerse dagli interventi dai vari partecipanti al convegno, i quali hanno evidenziato come il potere concentrato sulle energie fossili e gestito da pochi potenti, abbia soggiogato tantissimi paesi impossibilitati a competere, causando squilibrio sociale, povertà, conflitti con tutte le conseguenze negative di scelte che sono sempre andate a discapito delle popolazioni più deboli. Energie di Pace, è il progetto di sostenibilità in cui è coinvolta anche la Basilica di San Pietro che prevede il necessario passaggio dall’era del fossile all’era del sole. Gli interventi del Segretario generale del Centro Islamico Culturale dott. Abdellah Redouanee dell’Imam Nader Akkad insieme al Ministro generale OFM Massimo Fusarelli e al Rettore Magnifico A. Hernandez Vidales, hanno aperto il convegno sulla base dell’idea di una fratellanza universale che si auspica sia d’esempio per tutte le comunità islamiche e cristiane nel mondo. L’introduzione da parte del professor Giuseppe Buffon decano della Facoltà di Teologia ha puntato la lente sul tema della necessità di un cambio di paradigma, soltanto affrontando il tema della trasformazione di mentalità, si aprirà l’orizzonte alle nuove ipotesi di diventare attori e strumenti necessari alle dinamiche di pace. La professoressa Pinuccia Montanari ci ha condotti nel campo delle Comunità Energetiche, della governance del territorio e dei problemi ambientali. Illuminanti anche i contributi di Giuseppe Onufrio direttore di Greenpeace Italia, di Giuseppe Lanza del Progetto Lucensis, della professoressa Giovanna Grenga del Movimento Europeo di azione non Violenta, dell’Ing. Gaggiotti e della dott.ssa Sara Capuzzo della Cooperativa Energetica È nostra.

L’iniziativa ha voluto rappresentare un modello di collaborazione concreta, di cittadinanza attiva ma anche di dialogo interreligioso, un potente invito alla fratellanza umana e all’impegno comune di trasformare idealmente e materialmente i deserti in giardini, con la reale volontà di pensare insieme e allo stesso tempo di agire insieme. Grazie all’organizzazione del Professor Massimo de Maio docente del corso di laurea Specialistica di Ecologia Integrale e del Dottor Paolo Cancelli responsabile dell’ufficio Promozione e Sviluppo dell’Antonianum, sono stati mossi i primi passi per una reale svolta ecologica non solo nell’ambito di temi come quello della pace, della sostenibilità e della transizione energetica, ma anche nel campo della ricerca universitaria specificatamente rivolta alla cura della casa comune.

Silvia Amadio

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