Emergenza freddo: la strage dei clochard

Emergenza freddo. Ogni anno si ripropone. Ogni anno muoiono i senza tetto, i senza fissa dimora, i clochard. Muoiono a decine sotto i ponti, dentro i cartoni umidi, vicino agli a droni delle stazioni. Ogni anno muoiono. Ogni anno ripetono le stesse parole, ma non prendono provvedimenti, la politica è distante dalla emergenza freddo.

La strage silenziosa dei clochard si compie, ogni giorno.Nel 2023 sono morti 415 senza tetto. Ma tra le cause dei decessi non c’è solo il freddo. Sono 49 le vittime di violenza. A Torino l’ultimo, un polacco ucciso a colpi di pistola.

Nei mesi invernali sono morte di freddo 133 persone senza fissa dimora. Sono aumentati rispetto al 2022 che erano morte 86 persone. Il gelo stagionale è un problema in più per chi vive in strada. E per fortuna quest’anno il freddo artico non è arrivato. Le temperature sono miti, anche se la notte scendono e chi vive in strada muore congelato. Con un inverno più duri le morti per freddo sarebbero state molte di più. I senza fissa dimora muoiono nei posti più impensati, in luoghi di emarginazione, sporchi e sudici. Vivono senza servizi. Senza acqua. Ciò che hanno lo gravano nei cassonetti o nei rifiuti. Vivono ai margini e muoiono ai margini. Sono invisibili. Tutti fanno finta di non vederli, eppure esistono, sono nostri fratelli.

Muoiono nella indifferenza della gente, avvolti in coperte lacere e bagnate. Senza nulla e nessuno che li pianga. Sono i senza dimora. Senza niente, sono invisibili e la strage continua, ogni giorno tutto i giorni.La miseria unica loro compagna che non li lascia mai fino al giorno dell’ultimo respiro.

Aurora Ercoli

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