“Italiane”: una collana da non perdere

Lo scorso 8 Marzo, in occasione della festa della donna, è uscita la prima raccolta della collana “Italiane”, diretta ed ideata da Nadia Verdile. La collana, della Pacini Fazzi Editore, è volta a raccontare la vita e le imprese delle donne che hanno fatto la storia della nostra bella Italia. Proprio così: perché il nostro Paese non è stato fatto solo da grandi uomini, ma anche da donne forti, colte e coraggiose, nonostante i libri di scuola si dimentichino di ricordarcelo.
In questa collana, Nadia De Giovanni ci parla di Grazia Deledda, prima donna italiana a ricevere il Premio Nobel per la letteratura per il 1926. Una donna, la Deledda, che non ha mai ricevuto il dovuto riconoscimento. Se pensiamo al primo premio Nobel italiano, le nostri menti arrivano subito a Pirandello. E proprio lui fu uno dei primi a screditare Grazia Deledda e a buttare fango sul suo nome.
Luisa Cavaliere ci parla di Nilde Iotti, prima donna che ricoprì la carica di Presidente della Camera dei Deputati per tre legislature: dal 1979 al 1982.
Nadia Verdile, infine, ci parla di Cristina Trivulzio, una donna che ha saputo contrastare e ribellarsi alle imposizioni derivanti dall’elevato grado sociale al quale apparteneva, che ha sempre preso le sue decisioni nonostante tutto e tutti. Patriota, giornalista e scrittrice. Promosse in prima persona l’istruzione di bambini e bambine nelle campagne milanesi, fu editrice di giornali rivoluzionari e mise in piedi in Italia quella che noi oggi chiamiamo la Croce Rossa. La libertà era più importante di ogni cosa per lei.
Direi che, una volta tanto, ci troviamo di fronte ad una bellissima iniziativa, ad un modo per ricordare alle donne, ma anche agli uomini, che la nostra storia è piena anche di fantastiche donne, esempi e modelli anche per le nuove generazioni.
Il cofanetto è delizioso, composto da tre libricini, ognuno dei quali in copertina ritrae una delle tre donne. Sono belle le immagini, i colori, il formato. Libri da leggere tutto d’un fiato, non troppo lunghi ma maneggevoli e da portare in borsa per ricordarci, ogni volta che ne avremo bisogno, che siamo Donne Italiane, e dobbiamo essere fiere di questo, portando avanti con onore e dignità ciò che per cui altre nostre sorelle hanno combattuto in passato.

di Ludovica Morico

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