Lo svantaggio di essere donna
La De Rossi, “gran bella ragazza”, a Bologna lo dicono tutti. E poi ha talento, ce l’ha da quand’era piccola. Sa suonare, canta bene. Non c’é festa alla quale non sia invitata. Col disegno se la cava anche meglio, è proprio brava. E poi c’é quella cosa strana che le piace tanto: passa le ore a intagliare ossi di pesca. Riesce a cavarne figure minuscole, pezzi che finiscono in gioielleria. La De Rossi lavora in piccolo ma sogna in grande; nelle miniature, dopo un po’, ci sta stretta. Un bel giorno cambia passo, affronta la scultura. Il marmo bianco, lisciato alla fine con paglia di grano, gioca coi riflessi, cattura la luce e la trattiene un attimo più del necessario, ha una sua speciale luminosità. La De Rossi, specchiandosi nel marmo, si racconta e si completa.
Bologna sta mettendo mano a una decorazione monumentale. Servono scultori capaci, li si cerca dappertutto. La De Rossi si raccomanda e poi si fa raccomandare, quel cantiere é la sua opportunità. Ma é femmina e le sue credenziali non bastano, finché non regala al responsabile dei lavori un busto di marmo fatto da lei: un ritratto somigliante, ineccepibile. Pagata così la sua tangente, ottiene l’incarico. Ma donna é e donna resta. Nelle ricevute di pagamento a volte é chiamata “scultora”, a volte “scultrice”, non si sa nemmeno bene che nome darle. E ai colleghi non piace. Il marmo vuole l’uomo, la forza e la potenza sui ferri del mestiere, sui calcagnuoli, sulle gradine, sulle lime torte e le scuffine dritte. La scultura è tutta polvere e maschio sudore. Alla De Rossi danno molti meno soldi che agli altri anche se il suo lavoro é egregio. Perché donna, deve valere di meno. E lei abbandona il cantiere dopo aver realizzato una formella soltanto, nonostante sia ormai famosa e persino il Papa la voglia incontrare. Molla tutto e se ne va, lei con la sua dignità.
Il bassorilievo rinascimentale di Properzia De Rossi, che parla di lei e del suo modo di amare l’Uomo anche quando é l’uomo sbagliato, é in San Petronio a Bologna. La sua scultura é vanto e rammarico della città.
Per le donne la strada del lavoro ha tante curve in più. Una pericolosa è il “divario retributivo di genere”. La De Rossi paga quella disparità ai suoi tempi, nel 1500, così come oggi la paghiamo noi, ed è per questo che la sua storia funziona al di là dei secoli.
Dati Istat alla mano, oggi l’occupazione maschile cresce, gli uomini hanno stipendi maggiori, la disoccupazione femminile aumenta. Funzionarie della specie, le donne si sobbarcano la parte maggiore delle responsabilità domestiche e familiari. Sono costrette al part-time, o al licenziamento dopo la nascita di un figlio. Anche lo studio non le ripaga. In alcuni casi il divario retributivo tra uomo e donna aumenta di pari passo col livello d’istruzione. La discriminazione sul posto di lavoro resiste anche se c’é una legge che la vieta.
Artista geniale, lavoratrice capace, intelligente, affidabile…per quanti sforzi faccia, la donna da sola non può modificare più di tanto le cose. E’ l’occhio dell’uomo che la guarda che deve cambiare.
di Daniela Baroncini