Il calcio nel ciclone Panama Papers

Lamberto

Non solo politici, industriali o uomini di spettacolo. Il ciclone Panama Papers, che è già costato le dimissioni al premier islandese Gunnlaugsson e potrebbe portare a quelle del collega inglese Cameron, si trascina dietro anche una bella fetta di mondo sportivo.
E se il settore più seguito, e intorno alla quale girano più soldi ed interessi, è quello del calcio, non sarà di certo un caso se tra i nomi emersi dai documenti dello studio Mossack Fonseca c’è anche quello dell’ultimo Pallone d’Oro, Lionel Messi.
Una società, dichiarata inattiva e senza fondi, intestata al padre. “Io non guardo quello che firmo. Firmo quello che dice lui di firmare” ha commentato il calciatore del Barcellona, già indagato per un’evasione dal fisco spagnolo di 4 milioni di euro.
Ma il suo è solo il nome di punta di una lista lunghissima che non lascia fuori né le grandi stelle del passato, come Clarance Seedorf, ex centrocampista e allenatore del Milan, i cui legali si sono affrettati a bollare la vicenda come “cattivo giornalismo e sensazionalismo”, ma neppure i pesci più piccoli come Leonardo Ulloa, attaccante argentino del Leicester dei miracoli. Suo connazionale è Gabriel Heinze, ex difensore di Real Madrid e Manchester United, con una breve esperienza in Italia alla Roma, che spedì a Panama i frutti del ricco contratto firmato con la Puma nel 2005.
Flussi di soldi che uniscono mondi sulla carta lontanissimi. Come il caso di Darko Kovaceciv, serbo che prima di passare alla Juventus nel 1999 gioca con la Real Sociedad. La dirigenza spagnola lo paga versando i soldi alla Global Survey, società con sede legale nelle Isole Vergini Britanniche, al primo posto nel podio dei paradisi fiscali davanti a Panama e alle Bahamas. Lo stesso giro che fanno gli introiti di Daniel Fonseca, ex attaccante bianconero oltre che di Roma e Napoli, oggi affermato procuratore sportivo.
Costituita a Panama, ma con un fondo in Svizzera, sarebbe invece la società costituita da Michel Platini nel 2007, pochi mesi dopo la nomina a presidente Uefa.  “I miei affari, i miei conti e tutte le mie partecipazioni e conti bancari sono conosciuti dalle autorità svizzere, e non ho null’altro da aggiungere” ha commentato il francese.
Il cui nome è finito accanto a quello di Gianni Infantino, nuovo presidente Fifa e per anni braccio destro di Platini. C’è anche lui nell’occhio del ciclone.

 di Lamberto Rinaldi