Non ci resta che piangere

Baroncini

Gli austriaci hanno pensato di ripristinare la vecchia frontiera del Brennero proprio adesso che sulle nostre coste arrivano mediamente mille migranti al giorno. Pensa te. Un’altra barriera, e noi resteremo a guardarla  da fuori. “Chi sogna le muraglie in Europa dimentica che se le potenze le costruissero, noi italiani ci troveremmo dalla parte sbagliata del muro” aveva scritto Vittorio Zucconi non troppo tempo fa. La sua non era una previsione difficile da fare.

A sentire gli austriaci niente è cambiato dall’altro ieri, tutto è come sempre: il sole continua a sorgere quando gli conviene e a tramontare quando gli pare. Invece tutto è cambiato: il vuoto d’azione delle politiche europee, poiché l’attesa non é una declinazione dell’agire, ha autorizzato in silenzio ogni nazione a muoversi da sé.
La frontiera del Brennero per ora non avrà filo spinato, non sarà proprio un muro, ma un punto molto ben sorvegliato per controllare chi entra e chi esce, per vedere se i documenti sono in regola, prendere nota dei nomi… dentro i buoni e fuori i cattivi. Sarà da un lato un riparo, dall’altro una trappola.

Le chiusure sono sempre ostili e sono sempre “contro”. Contro l’invasione del barbaro, dello straniero, ma anche contro l’idea di collaborazione, di quel progetto di Europa -libera perché unita- che nacque a Ventotene più di settanta anni fa. Abbiamo la memoria corta, quando ci fa comodo.  Il vecchio continente, insomma, anziché procedere congiuntamente, separatamente ci ripensa e cammina all’indietro. A forza di tornare sui nostri passi ci ritroveremo come Benigni e Troisi in un celebre film, alle prese con una dogana surreale, persa nel nulla, a sentirci chiedere ad ogni passaggio: “chi siete? …dove andate? …cosa portate?” Non ci resterà che piangere, perché i muri che ci crescono attorno -purtroppo- funzionano sempre: sono violenti, respingono per definizione, hanno a che fare con l’angoscia e con la paura. Agiscono sulla coscienza, fanno male, raccontano com’è tutta l’Europa e il suo travaglio, in questo seguitare una muraglia che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.

di Daniela Baroncini

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