In ricordo di Ciccio Ingrassia

Salvo

Sedici anni fa si spegneva l’ultima icona della comicità spontanea

Chissà a quanti giovani sarà capitato di trovarseli in tv, tra le repliche di un sabato pomeriggio scarno di programmi, e di iniziare ad affezionarvisi pur non avendoli mai vissuti. Sì, perché Franco e Ciccio erano un po’ gli Stanlio e Ollio de noantri, con quella comicità tutta nostrana, fatta di una mimica facciale così coinvolgente anche in epoche diverse.

Franco era la mente, Ciccio il braccio. Tanto che, venuta meno la prima, pian piano iniziò a spegnersi anche il secondo. Dopo la morte di Franco nel 1992, infatti, morì un po’ anche Ciccio (al secolo Francesco Ingrassia), che negli anni sparì sempre più dalle scene, fino a smettere definitivamente nel 1996 perché – come confessato dal figlio Giampiero, oggi presentatore – aveva ormai perso ogni stimolo, come un marito affranto per la perdita della moglie.

Questo, però, non deve far pensare che i rapporti tra i due fossero totalmente idilliaci: anzi, nel tempo ci furono pesanti litigate, spesso perfino in diretta tv (come nel caso di un programma condotto da Raffaella Carrà). In genere, Ciccio accusava Franco di megalomania, mentre Franco rimproverava al compagno una certa arroganza. Il momento di maggior crisi si ebbe all’inizio degli anni ’70, allorché Ciccio decise di interpretare un ruolo drammatico in un film di Florestano Vancini (“La violenza: quinto potere”, 1972).

Nei periodi di lontananza da Franco, Ciccio continuò la sua carriera, comparendo in pellicole di registi di tutto rispetto come Federico Fellini, arrivando pure a vincere il Nastro d’Argento come migliore attore non protagonista. Fu poi egli stesso regista, tanto da aprire una casa di produzione, la “Ingra Cinematografica”, e girando nel 1975 il celebre film “L’esorciccio” con Lino Banfi.

Per coerenza con i litigi, anche la riappacificazione avvenne in diretta televisiva: nel 1980, a “Domenica In”, quando Ciccio si scusò pubblicamente con Franco grazie all’intervento di Pippo Baudo. Da allora i due continuarono a partecipare a vari programmi televisivi, sia come presentatori che come ospiti, fino al 9 dicembre 1992 con la morte di Franco. Ciccio lo seguì undici anni dopo, il 28 aprile 2003, quando al termine di lunghi problemi respiratori si spense al Policlinico Gemelli di Roma. Con la sua scomparsa si chiuse così definitivamente il ciclo di quella comicità spontanea, scanzonata, satirica e mai volgare. È sepolto presso il Cimitero del Verano di Roma, sulla cui tomba l’epitaffio recita: “Stringimi solo per un po’, sai che mi farai sorridere”.

di Massimo Salvo

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