L’omertà uccide più della pistola

Gaetano Guarino nasce a Favara,in Sicilia il 16 Gennaio 1902 da una famiglia molto povera, si laurea a Palermo in farmacia nel 1928. Durante il periodo unniversitario comincia a collaborare con “L’Avanti”,quotidiano socialista allora clandestino, perché in quel periodo la nostra nazione era nel pieno della dittatura fascista. Poi torna a Favara per esercitare la professione di farmacista,ma con la sua attività si trova costretto ad aderire al P.N.F.(partito nazionale fascista).Nel 1943, dopo lo sbarco in Sicilia degli alleati, si iscrive al partito socialista diventandone segretario della locale sezione, ma nel suo stesso paese su proposta del prefetto è incaricato di svolgere la funzione di sindaco fino al 15 settembre del 1945, dopo le dimissioni di tre assessori della democrazia cristiana.

Guarino ha lottato contro i grandi latifondisti che sfruttavano i braccianti agricoli, mettendosi dalla parte degli umili che chiedevano l’applicazione delle leggi Gullo-Segni, le quali destinavano alle coperative i terreni incolti appartenenti ai latifondi. Nel marzo del 1946 venne eletto sindaco a Favara con l’appoggio dei comunisti e del partito d’azione,però la “mafia delle terre” non gli ha perdonato le sue scelte popolari e dopo solo 65 giorni di mandato Guarino viene assassinato con un colpo di lupara.

Questa storia, tragica nel suo epilogo ci insegna che le mafie sono sempre esistite e saranno sempre presenti laddove ci sono interessi economici.
Esse sono mutevoli,camaleontiche ed alcune volte invisibili, pronte a penetrare nei contesti dove esiste potere e ricchezza avvalendosi della collaborazione indiretta della gente comune, che per paura sceglie il silenzio. Altre storie simili come quelle di Peppino Impastato, Falcone e Borsellino ci danno anche una preziosa lezione, e cioè che nessuna mafia si può combattere solo a colpi di leggi ed arresti,ma ci vuole una vera e propria rivoluzione culturale che parta dal basso.
Le agenzie sociali e le istituzioni devono trasmettere alla gente comune che bisogna uscire dall’oscurità e dalla penombra del silenzio per aiutare forze dell’ordine, autorità, a sconfiggere il fenomeno mafioso. Se l’omertà si propaga nel tempo, la mafia continuerà a fare vittime tra le persone che vogliono combatterla.
Quindi se è vero come diceva Peppino Impastato che la mafia è una “montagna di merda”, bisogna uscire allo scoperto per ripulire il nostro bel paese da queste scorie. Dobbiamo agire in fretta per consegnare alle future generazioni un paese in cui il cancro mafioso è stato eliminato perché gli abbiamo tagliato i viveri (Appalti,corruzione etc.). Bisogna essere sempre meno vili e più orgogliosi di denunciare con tempestività fatti mafiosi, al fine di far tornare l’Italia il “giardino d’Europa”, restituendole l’antico splendore che era nelle intenzioni dei suoi fondatori.
Una terra che ponga al centro l’uomo e non il denaro

P.S.I have a dream.

Print Friendly, PDF & Email