La stagione calda del caporalato

Giusy

La piaga del caporalato nel settore agricolo è storia tristemente nota: rivolte, denunce e timide inchieste sono state negli anni accennate e messe da parte, mentre sulle spalle di lavoratori, stranieri in primis, continuano a sommarsi stagioni di lavoro in condizioni disumane e pagate poco. L’avvicinarsi della stagione estiva e quindi dell’inizio della raccolta dei pomodori, in particolar modo nella regione pugliese, riaccende i riflettori sulla pratica di uno sfruttamento che, come è ormai noto, non è più caratteristica soltanto del sud Italia.

Otto centesimi al kg è il prezzo di una giornata di lavoro. 400.000 i migranti sfruttati. Fare numeri e non fatti è quantomai inutile, ma nel caso del caporalato queste due cifre così distanti servono a fissare i due estremi del problema. Otto centesimi: una soglia che non rende dignitoso il lavoro e che priva di valore le stesse risorse delle regioni italiane più colpite da questa piaga. 400.000 persone sfruttate: un’intera città che subisce in silenzio, e che non avendo diritti non riesce nemmeno a tirar fuori la voce. È intervenuta allora, sicuramente con un buon ritorno della propria immagine agli occhi dell’opinione pubblica, la Coop, che proprio in vista dell’aprirsi della stagione di raccolta dei pomodori ha deciso di aumentare il numero delle ispezioni nelle aziende agricole fornitrici, dando il via alla campagna “Buoni e giusti”. Nello specifico, Coop, che in realtà da anni si distingue nel settore per l’attenzione rivolta ai fornitori, ha individuato 13 filiere ortofrutticole in cui negli anni sono emersi episodi di sfruttamento dei lavoratori. L’intento è quello di intensificare i controlli e gli interventi andando oltre la stagionalità, e coprendo dunque con accurati controlli la filiera degli agrumi, delle fragole e di tutti gli ortaggi di largo consumo; inoltre, la campagna vuole affrontare anche il tema del prezzo, volendo riconoscerne uno equo sia per i produttori che per i consumatori, sottolineando come spesso, in certe filiere, il prezzo più basso nasconda l’illegalità.

La campagna della Coop, che si spera traini anche altre aziende, si inserisce in un recente interessamento da parte del ministro dell’Interno Alfano, che insieme con il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha recentemente firmato un protocollo per dare il via ad una lotta serrata al caporalato, in collaborazione con le Regioni e le associazioni di categoria. L’auspicio è che il rinnovato interesse sia l’inizio di una “stagione” nuova, questa volta, per lavoratori e imprese.

di Giusy Patera

Print Friendly, PDF & Email