I veri superhumans: le paralimpiadi di Rio

Angelica Basile

Da qualche settimana a questa parte ci siamo incantati a guardare il trionfo dello sport mondiale grazie alle Olimpiadi di Rio. Tra conferme di poteri forse soprannaturali donati ad atleti come Usain Bolt e delusioni nostrane (il quarto posto della Pellegrini per dirne una), il bilancio a pochi giorni dalla conclusione è comunque positivo. Nel medagliere olimpico siamo per ora al sesto posto: quasi un oro per un Paese di 60 milioni di abitanti che segue a poca distanza giganti come USA, Cina e Russia.

Ma lo spettacolo vero e proprio deve ancora cominciare. Dal 7 al 18 settembre, quando in Brasile andranno in scena le Paralimpiadi. Come recita lo spot di apertura dell’evento gli atleti che parteciperanno sono dei veri e propri superhumans. Sono 4300 sportivi disabili, provenienti da 176 paesi del mondo, che si affronteranno in decine di discipline, tra cui la canoa e il Triathlon, annessi da quest’anno ai giochi.

Un qualcosa di eccezionale quello che metteranno in campo questi ragazzi. Ben oltre le capacità umane, ben oltre carrozzine, handicap mentali, fisici. Ben oltre incidenti terribili che avrebbero potuto semplicemente bloccarli, rilegarli in un angolo di società che dicono di includere e invece spesso escludono.  Ben oltre la fatica raddoppiata, i limiti oggettivi. Oltre tutto questo, ci sono loro e la loro voglia, la loro forza, i loro corpi così imperfetti così potenti. C’è la determinazione e il sudore che valgono una medaglia al petto, un posto nell’Olimpo degli eroi. Quelli veri. Quelli umani.

di Angelica Basile

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