Il peso della farfalla di Erri De Luca

maria

Due esistenze, cosi’ lontane, cosi’ vicine. Due esseri cosi’ diversi, ma allo stesso tempo cosi’ uguali.”La bestia” il camoscio e “la bestia” l’uomo. Il cacciatore e l’animale cosi’ simili, cosi’ diversi. Due animali che si fronteggiano da una distanza sempre meno sensibile, fino all’incontro di un abbraccio mortale, fino a ritrovarsi uniti nella morte.
Due solitari della montagna. Entrambi ormai stanchi, quasi consapevoli che sia giunto il loro declino. Carichi entrambi di una stanchezza sazia. Solitario il camoscio che ha imposto da anni al branco la sua supremazia. Orfano, sua madre abbattuta dal cacciatore, imparo’ da solo, crebbe solo senza freno e compagnia. Quando fu pronto sfido’ il maschio dominante e vinse. Divenne “re” in un giorno e in duello. Solitario il cacciatore, si era ritirato tra le montagne a cacciare di frodo, non ha mai avuto una vera storia da raccontare per rapire l’attenzione delle donne, per vincere la sua battaglia contro gli altri uomini. L’uomo anche porta impropriamente il nome di “re dei camosci” per quanti ne aveva uccisi.
Sono entrambi “re dei camosci”, l’uomo per la sua rinomata abilita’ di cacciatore, l’animale grazie alla sua posizione di dominio incontrastato che si e’ conquistato sfidando coraggiosamente e all’ultimo sangue i suoi simili.
Entrambi abili sulle montagne. L’uomo scalava lesto in salita e in discesa. L’alpinismo per lui era una tecnica al servizio della caccia, per arrivare dove altri non potevano. L’animale va alla cieca, come ben descrive De Luca, e non sbaglia millimetro. Gli zoccoli del camoscio sono le quattro dita del violinista. Schizzano su strapiombi, giocolieri in salita, acrobati in discesa, artisti da circo per la platea delle montagne. E’ dunque un alternarsi di passi veloci del camoscio, seguiti dai pesanti scarponi del cacciatore. Zoccoli e passi sulla stessa montagna.
Si intravvede nel libro la rivalità dell’uomo e della natura e nello specifico di un uomo e di un camoscio. Il rapporto uomo-animale, soprattutto in un contesto come quello della caccia.  Due esistenze appartenenti a due mondi diversi ed in lotta tra loro, ma con un fattore comune nascosto, in questo caso la solitudine.

Lo scontro finale tra i due “re dei camosci”, tra due solitudini diverse ma collegate.

I due re si cercano e si evitano. Si confrontano a distanza, il duello di due solitari della montagna, consapevoli che sarebbe arrivato il momento dell’incontro ravvicinato.Due esempi di fierezza che si scontrano sul sentiero della fine.La trama scorrevole, la si legge tutta di un fiato.Talmente descrittiva in alcuni tratti da far quasi intravedere il camoscio cosi’ da vicino e da far percepire il rumore dei suoi zoccoli sulla pietra.

di Maria De Laurentiis

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