Borghezio: revocata l’immunità parlamentare per gli insulti razzisti alla Kyenge: pena sin troppo lieve

FoisInsulti razzisti, xenofobia diffusa, intolleranza e odio verso il prossimo. Negli ultimi tempi abbiamo visto una crescita esponenziale di questi fenomeni, tanto in televisione, il tempio dell’ipocrisia, quanto sui social network, il nuovo specchio della società. Persone comuni che si lanciano in commenti a dir poco irrazionali sono ormai all’ordine del giorno e Facebook rappresenta il foro principale degli ignoranti e dei neofascisti. Ma quando gli insulti provengono dal mondo della politica, da coloro che ci rappresentano e che dovrebbero sempre dare l’esempio, allora è tutto un altro paio di maniche. Tutti noi ricordiamo le parole di Roberto Calderoli, Umberto Bossi e altri esponenti della Lega, ma se dovessimo eleggere il re dei cretini, sicuramente la corona spetterebbe a Mario Borghezio.

Così, dopo gli insulti razzisti rivolti all’eurodeputata Cècile Kyenge nel corso del programma di Radio 24, “La Zanzara”, il 29 aprile 2013, a Borghezio è stata revocata l’immunità parlamentare. L’accusa è quella di aver propagandato idee fondate sulla superiorità e sull’odio razziale o etnico, nei confronti dell’ex-ministro per l’integrazione, commentando la sua nomina a ministro.

Attizzare il fuoco della discriminazione e gettarci sopra benzina è sempre stata la specialità dei fanatici padani e la riprova di questo è rintracciabile nei fatti scandalosi verificatisi a Goro e Gorino, per i quali molti italiani provano una profonda vergogna.

Fin troppo lieve la pena per il leghista Borghezio, un vero terrorista per l’opinione pubblica.

di Giovanni Antonio Fois

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