L’altra politica

Questa volta, l’eretico, avrebbe voluto parlare di politica. Della politica vera.
Quella che dovrebbe essere, per noi e con noi: arte, scienza del governo e dell’amministrazione dello Stato.
Quella che dovrebbe avere come soggetto tutte le donne e gli uomini della terra, e non particolari nazioni, o classi sociali, o razze, o interessi di parte. Quella che dovrebbe avere come obbiettivo fondamentale la felicità, la dignità, l’amore, la solidarietà. Per tutti.
Quella che finalmente abbandona la logica del profitto, che sceglie come fondamento il rispetto dell’ambiente, l’attenzione per le generazioni future.
Solo papa Francesco, la indica come meta obbligata per il nostro futuro, come segno di civiltà, come speranza. Per le generazioni future

Ma ai nostri giorni, pensa l’eretico, quella politica è un sogno lontano, è un miraggio. E’ negata dalla realtà in molti, in troppi paesi. Forse perché si sta accettando la situazione di “un uomo solo al comando”.
Basta pensare alla Turchia di Recep Tayyp Erdogan, dove diritti civili, libertà di espressione, giustizia, educazione e cultura sono negati; dove l’ingresso nell’Unione Europea è preteso, con il ricatto di scaricare tre milioni di disgraziati, migranti, profughi, vittime della guerra, della fame, dello sfruttamento; dove si reprime – al limite del genocidio – il popolo curdo.
Basta pensare, prosegue l’eretico, alla Federazione Russa di Vladimir Putin, che opprime i diritti umani con un regime monocratico al proprio interno; che annette la Crimea e condiziona i confini dell’Ucraina; che sostiene il regime disumano di Bashar al Assad in Siria e condiziona le necessità energetiche in Europa.
Basta pensare agli Stati Uniti di Donald Trump, per il quale le prime indicazioni sono allarmanti: viene ripresa la politica energetica da fonti fossili, si nega l’esistenza dell’inquinamento ambientale (annullato l’impegno dell’accordo di Parigi?) e si vuole negare l’assistenza sanitaria dell’”obamacare”.
Basta pensare, continua l’eretico, alla Cina di Xi Jinping, il leader che concentra un potere assoluto, come Presidente della Repubblica, Capo della Commissione Militare Centrale e Segretario Generale del Partito Comunista (dove si è anche nominato capo delle 7 commissioni operative); che ha recentemente parlato di ”Cina unica”, con riferimento a Taiwan e Hong Kong; che persegue una politica di espansione economica con investimenti rilevanti in tutto il mondo e in tutti i settori, dalle compagnie energetiche alle squadre di calcio.

Ma soprattutto, aggiunge l’eretico, vale la pena parlare della grande Germania di Angela Merkel, che con Wolfgang Shaeuble (cancelliere per le Finanze) hanno imposto all’Unione Europea la politica di austerità che ha strangolato le economie dei paesi più deboli, nel silenzio compiacente di Sigmar Gabriel (cancelliere per l’Economia, socialista)!!
Sì, proprio la grande Germania. Che ha fatto presto a dimenticare che nel 1953 ventuno paesi debitori, per evitarne la bancarotta, dimezzarono il suo debito di 23 miliardi di dollari (di allora, erano pari al suo Pil) e consentirono che il residuo fosse dilazionato in 30 anni. Tra i paesi debitori c’erano anche Grecia e Italia.
Si, la grande Germania. Con l’economia forte, con il bilancio in pareggio, con l’export in attivo. Ma a che prezzo?
Il 10 per cento dei più ricchi possiede oltre il 63 per cento del patrimonio.
Solo il 40 per cento dei tedeschi possiede un immobile.
Il tasso di disoccupazione è basso (4,2% al giugno 2016) e il salario minimo è di 8,5 euro l’ora. Ma dal 2005 i posti di lavoro precari e part-time sono in costante aumento, le donne guadagnano in media per lo stesso lavoro il 39 per cento in meno degli uomini.
La discriminazione di censo è pesante: il 70 per cento dei figli di laureati va all’università, contro il 20 per cento dei figli delle famiglie più deboli.

C’è un motivo, dice l’eretico, per cui vale la pena di valutare di più la situazione della Germania. Perché le loro riforme del Welfare e del mercato del lavoro sono quelle che negli ultimi due anni sono state portate avanti, da noi, dal governo Renzi.
In ogni caso, sembra sempre più evidente che nel mondo avanzino politiche con idee di società fondate sull’egoismo, sullo sfruttamento, sul profitto.
E le parole di papa Francesco, di abbandono della ideologia del dio denaro, di rispetto per la madre terra, di uguali diritti e dignità per tutte le donne e tutti gli uomini della terra, di speranza per il futuro, sembrano dolorosamente la voce di uno che grida nel deserto.
di L’eretico

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