Migrazione. Sbarchi e numeri: orientarsi tra i dati.

Il 12 gennaio sui giornali suonava di nuovo l’allarme sbarchi. I 728 migranti sbarcati sulle coste italiane nei primi dodici giorni del 2017 venivano raffrontati con i 268 dello stesso periodo dell’anno precedente, sottintendendo nei toni un incremento del numero di persone che sarebbero sbarcate in Italia nel 2017. In realtà, secondo i dati del Ministero dell’Interno, aggiornati quotidianamente e consultabili online, dal 1 al 27 gennaio 2017 sono sbarcati meno migranti che nello stesso periodo del 2016. Più precisamente, 1.281 in meno rispetto all’anno scorso, quando sono stati 4.071: un calo del 31,5%. Eppure il Ministero prevede nel suo bollettino un numero di arrivi nel 2017 praticamente uguale a quello degli sbarcati nel 2016. Vediamo il perché.

Se ai numeri riportati dal Ministero dell’Interno aggiungiamo quelli degli sbarchi avvenuti tra l’ultimo aggiornamento del bollettino (ore 11.00 del 27 gennaio) ed il momento della scrittura di questo articolo (le 19.00 del 28 gennaio), i conti tornano. Infatti il 27 gennaio sono stati portati in salvo circa 1.000 migranti in un salvataggio avvenuto durante la giornata, a cui si aggiunge lo sbarco del 28 mattina, con 778 migranti. Questi numeri portano gennaio 2017 a toccare quota 4.568, contro i 5.273 migranti dell’intero mese di gennaio 2016: una differenza di 705 persone su un mese non ancora terminato.

Tuttavia, trarre conclusioni o fare proiezioni esclusivamente basate sulla comparazione dei dati sugli sbarchi di stessi mesi di anni consecutivi sarebbe fuorviante, poiché sulle oscillazioni, o meno, di questi intervengono in maniera significativa condizioni climatiche e cambiamenti di carattere politico.

 Ad esempio, nel marzo 2016 il caldo eccezionale portò ad un incremento degli sbarchi del 325% rispetto allo stesso periodo del 2015, aumento che fu però totalmente compensato dalla diminuzione che si verificò il mese seguente, tanto che il periodo marzo-aprile del 2016, in cui arrivarono 18.700 persone, differì da quello del 2015 solamente per 500 migranti.

Ad avere un impatto significativo sul numero degli sbarchi sarà, se andrà in porto, il progetto europeo ed italiano di rafforzare la frontiera Sud attraverso un accordo con la Libia, nel tentativo di chiudere la rotta del Mediterraneo. Il progetto prevede di fornire alla Libia, terra in cui il trattamento inumano riservato ai migranti è stato e continua ad essere accertato, i mezzi per assumere un ruolo centrale nel controllo e salvataggio in mare e comprende almeno 200 milioni di euro da destinare a finanziamenti di progetti in terra libica. Un accordo questo che nella pratica ricalcherà quello firmato con la Turchia il 18 marzo 2016: pagare un Paese terzo per tenere i migranti al di fuori della Fortezza Europa. Un altro accordo che non sfiorerebbe, ancora una volta, le cause che portano esseri umani a vendere tutto e a indebitarsi lasciando la propria terra per intraprendere un viaggio della speranza attraverso il deserto, affrontare le prigioni e spesso la schiavitù in Libia, ed infine attraversare il Mar Mediterraneo a bordo di mezzi di fortuna, solamente per raggiungere l’Europa.

di Giulia Montefiore

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