Helena Maleno Garzón: la giornalista che rischia l’ergastolo per aiutare i profughi.

Helena non è una giornalista qualsiasi: è prima di tutto difensore dei diritti umani che opera con i migranti nella frontiera meridionale della Spagna. Specializzata in migrazione e tratta di esseri umani, ha ricevuto diversi premi che hanno valorizzato il suo duro lavoro in difesa dei diritti di queste persone.

Attraverso la sua ONG “Caminando Fronteras”, Helena si occupa di monitorare giornalmente lo stretto di Gibilterra, tenendosi in contatto con i familiari di chi parte e cercando di aiutarli a recuperare il cadavere in caso di morte. Inoltre, avvisa le autorità competenti ed i soccorritori nel caso in cui avvenga un naufragio dei gommoni che cercano di raggiungere il Paese.

Insomma, una persona che merita il rispetto e l’ammirazione, soprattutto da parte della propria nazione.

Invece è proprio l’unità anti-immigrazione della polizia spagnola che nel 2012 apre un’inchiesta su di lei. Un processo, quello di Helena, che si svolge in Marocco, ma le fondamenta sono in Spagna.

La donna sta rischiando l’ergastolo e l’accusa è quella di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina dovuta all’aiuto che offre ai migranti che cercano di raggiungere la Spagna, la vita, la salvezza, la loro unica scelta. Le autorità marocchine la accusano di accordarsi con i trafficanti ma, nonostante il suo telefono sia stato messo sotto controllo, non è stata trovata nessuna prova al riguardo.

Le accuse verso di Helena non possono basarsi neppure sul fine di lucro: quale sarebbe, dunque, il motivo per cui dovrebbe favorire l’immigrazione clandestina? Non si sa.

Una persona che, dunque, nella vita ha scelto di aiutare il prossimo, che ha consentito di salvare migliaia di persone, che ha aiutato famiglie a ritrovare i suoi cari, che ha dato un nome ai corpi senza vita trovati sulle spiagge spagnole, merita di passare tutta la vita in carcere?

Evidentemente ai poteri forti non sta bene l’aiuto di Helena, soprattutto alle politiche europee che non fanno altro che trasformare il Mar Mediterraneo in una fossa comune.

Helena ha ricevuto e riceve attacchi, minacce e aggressioni che vogliono metterla a tacere. Ora però, con il rischio dell’ergastolo, la vicenda assume una piega che non possiamo e non dobbiamo ignorare. La sua storia e la sua causa dovrebbero essere diffuse, conosciute, affinché sempre più persone si schierino dalla sua parte e combattano assieme a lei per la difesa dei diritti degli esseri umani, ma soprattutto per il suo sacrosanto diritto di continuare a fare il suo lavoro indisturbata ed in sicurezza.

I premi ed i riconoscimenti che le sono stati conferiti negli anni non sono niente, se poi nessuno può fare niente per fermare questa assurda ingiustizia. Sono solo delle prese in giro nei confronti di una grande donna di cui non parla nessuno, perché come al solito la verità è scomoda, quando va a ledere i poteri forti. E invece no. Tutti devono sapere e tutti devono mostrare la loro solidarietà per questa causa.

di Ludovica Morico

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