Ciò che muta io canto
Tu non sei solo il corpo, non sei solo la mente; sei molto di più: sei un mistero che non può rientrare nei limiti di alcun linguaggio. Comprendere questa riflessione è permettere alla tua attenzione di soffermarsi sulla realtà del tuo mondo interiore, inspiegabile e inesprimibile. Lo Zen vi tratta come fiori di loto: dovete aprirvi al cielo, alle stelle. Nel vostro aprirvi consiste la vostra libertà, nel vostro aprirvi dimora la vostra dignità, nel vostro schiudervi si trova il vostro splendore.
La mente è un servo ed è diventata padrone. In quanto computer è ottima, è un miracolo della biologia, ma non è affatto il padrone. Tu hai totalmente dimenticato il padrone e, in sua assenza, il servo è diventato il padrone: risvegliati al trascendente, a ciò che dimostra in te! Esci dalla tua mente per vedere chi sei, in cosa consiste la tua dimensione, allorchè la mente non è presente. E all’improvviso scoprirai come hai vissuto finora, in uno stato di assoluto ribaltamento: il padrone è praticamente assente e il servo è diventato il padrone!
Questo intero universo ci appartiene e tutte le dimensioni sono nostre. Ovunque la tua natura originale ti porti, ovunque ti conduca la tua spontaneità, quella è la nostra casa. Lo Zen rende questa intera esistenza la nostra casa. Lo Zen porta a un’incredibile trasformazione; mentre gli altri sistemi sono impegnati in disquisizioni filosofiche, lo Zen è coinvolto in una metamorfosi, in una trasformazione. E’ autentica alchimia: ti trasforma da metallo vile in oro. Ma il suo linguaggio dev’essere compreso, non secondo la mente raziocinante e intellettuale, ma con il cuore amorevole. Lo stesso cuore che ne “il sogno di Ipazia” Ipazia amorevolmente ci carezza i libri. Oppure anche nel semplice ascolto, senza preoccuparsi che qualcosa sia giusto o sbagliato; allora viene un momento in cui, all’improvviso, percepisci ciò che per tutta la vita ti è sfuggito.
Lo Zen non è tante cose, e al tempo stesso, è qualcosa di sublime cui si può accedere con un balzo quantico, un vero e proprio salto di qualità, fuori da qualsiasi schema, allorchè ci si ritrova in un vicolo cieco. Saltare in una dimensione in cui è l’essenza ad apparire, a vivere, a essere semplicemente! E questo è un vero miracolo: è proprio entrando nella tua essenza che entri nel mistero stesso della poesia, nella musica e nella danza dell’esistenza.
di Claudio Caldarelli