Da un ramo spezzato può nascere una pianta: la storia di Federico Del Prete

Non sono rari i casi in cui, avendo perso un famigliare per un ingiustizia, poi, sconfiggere quella stessa ingiustizia diventa un ragione di vita. Uno scopo su cui basare la propria vita. È questo il caso di Federico Del Prete, che vent’anni fa, il 18 febbraio 2002, veniva ucciso dalla camorra.
Il suo nome ai più non dice niente, è questo non è un caso. Non era un eroe classico di quelli che rimangono scolpiti nella memoria delle persone, o che facilmente attraggono l’attenzione dei media.
Federico, in perfetta sintonia con questo giornale, era dalla parte degli ultimi e allo stesso tempo uno di loro. Era un venditore ambulante, cioè un “mercataro”, come si chiamano tra loro. Aveva fondato un sindacato, lo S.N.A.A. (Sindacato Nazionale Ambulanti).
Pur sapendo quello che rischiava, si era imposto di andare dalla parte opposta rispetto a dove andavano tutti. Come una spiga di grano che si ribella al vento che la piega.
Federico aveva scoperto il racket delle buste di plastica. Buste acquistate dalla camorra ad 1,23 euro al kilo e vendute a 5 euro. Aveva persino fondato un piccolo giornale, “L’Ambulante”, che veniva distribuito gratuitamente, in cui cercava di spiegare ai commercianti ambulanti i meccanismi illeciti usati dalla camorra e come potersi difendere.
Una sua denuncia aveva portato all’arresto di un vigile urbano di Mondragone, Mattia Sorrentino. Il vigile riscuoteva il pizzo per il clan locale al mercato di Mondragone. Dall’arresto scaturì un processo per estorsione, in cui Federico avrebbe dovuto testimoniare.
La motivazione per la medaglia al valore civile, assegnatali dopo la morte, afferma che Federico era un “altissimo esempio di impegno civile e impegno morale, spinti fino all’estremo sacrificio”. L’estremo sacrificio si consumò proprio il giorno prima della dovuta deposizione al processo quando venne ucciso nel suo piccolo ufficio da sindacalista a Casal di Principe. Nel 2009 è stato condannato per l’omicidio Antonio Corvino, pentito della camorra e reo confesso. I mandanti, invece, rimangono tuttora oscuri.
La morte di Federico del Prete ha, però, lasciato un seme. Suo figlio Gennaro ha deciso di caricarsi sulle proprie spalle la lotta che una volta era stata di suo padre. Ha fondato una start-up, Cooperativa Ventuno, per la vendita di buste biodegradabili e compostabili. È il suo modo per contrastare il business che ancora oggi frutta milioni alla camorra. Secondo Legambiente la metà dei sacchetti venduti in Italia, quelli che tutti i giorni usiamo al supermercato, sono illegali. Vuol dire circa 40.000 tonnellate di plastica.
La speranza è che si arriverà al giorno in cui non sarà più necessaria una morte per scuotere le coscienze.

di Pierfrancesco Zinilli