Gli italiani non sono più “brava gente” (se mai lo fossero stati)

Lo sgombero di via Curtatone: quali le colpe e chi sono i colpevoli

Le immagini di quanto accaduto in centro a Roma il 24 agosto, difficilmente si cancelleranno dalle menti; anzi no, come gli idranti hanno spazzato via quei profughi-occupanti, così hanno cancellato dalle coscienze la questione su cosa sia giusto e su cosa non lo sia. Così, tutti noi dovremmo imparare che prima delle ragioni dei carnefici, si dovrebbe pensare a quelle delle vittime. E di vittime, in quell’assurdo sgombero, ce ne sono state tante, anche se spesso i ruoli si sono invertiti e mischiati.
Il migrante giunto qui per richiedere asilo e dichiarato “profugo”, è vittima di violenze, legate a guerre locali, a dittature, conseguenti al post colonialismo dell’occidente. Ed è vittima di chi li accolga per poi abbandonarli in un paese dalle scarse possibilità, di chi lucri coi loro viaggi disumani o con affitti illegali (magari in stabili occupati), di chi organizzi uno sgombero senza curarsi delle necessità degli inermi, di chi li carichi senza troppi complimenti con idranti e manganelli. Ma quello stesso profugo è anche colpevole di pretendere un trattamento migliore di quello che il paese accogliente riservi ai propri cittadini, di accettare il malcostume e l’illegalità della società in cui è entrato, di difendere con armi improprie il loro non-diritto ad una proprietà carpita.
Il poliziotto che per 1300 euro mensili, sia mandato allo sbaraglio, a prendersi gli insulti, le aggressioni, la pubblica riprovazione per gli eccessi autodifensivi, il tutto per riaffermare il diritto di proprietà tanto caro a l’occidente, è anche lui vittima. Ma è altresì colpevole d’essere diventato strumento di un’azione improvvisata, con modi che in altri casi non sono stati usati: facile riflettere a come la forza usata contro quegli occupanti africani, non trovi riscontro nell’inazione tenuta contro quel pugno di hooligans olandesi, che qualche anno fa sempre a Roma, arrivarono a danneggiare dei monumenti.
E così si potrebbe ragionare per il Governo (vittima di un Europa egoista e chiusa negli interessi nazionali), per la regione (vittima di poteri molto circoscritti) e del Comune (vittima di ripercussioni nazionali), istituzioni che sono tutte colpevoli di una mancata organizzazione del dopo-sgombero. E con le istituzioni, si potrebbe parimenti riflettere sul popolo del quale queste sono espressione: vittima di situazioni incancrenite per il lungo posticiparsi della soluzione, di politici incapaci, di continui raggiri mediatici che ne influenzano le scelte. Eppure, quello stesso popolo è anche colpevole di aver voluto scegliere dei cattivi maestri, che ne risvegliavano la passionalità, la violenza e l’acriticità, abiurando ogni forma di pensiero, ogni stilla di umanità.
Tra la gente comune, sui posti di lavoro, nei negozi, alle fermate dei mezzi pubblici, anche da coloro che non voterebbero mai per certi partiti di destra, senti fioccare discorsi in cui primeggia l’odio, l’egoismo e la paura: sembra quasi che tutti siano pronti a giudicare e condannare, mentre nessuno sembra più disposto a mettersi nei panni altrui, a valutare le cose da un altro punto di vista, tanto il silenzio risponde a certi proclami.
Oggi gli italiani non possono più vantarsi di essere quella “brava gente”, del film del 1965 che ne autocelebrò le virtù umanitarie. Se mai lo fossero stati (ché di nefandezze, sotto il fascismo ne commisero molte), oggi gli italiani non lo sono più, perché sono più inclini a vedere una sorta di violenta giustizia nelle parole di quel poliziotto (“…spezzategli un braccio…”), invece che ravvisarne la paura per essere mandati allo sbaraglio. Oggi come nel triste ventennio, gli italiani sono colpevoli di scegliere ancora una volta dei cattivi maestri, quei professionisti dell’odio che necessitano di suscitare la loro rabbia, per carpirne i voti. Oggi come allora, i primi colpevoli di una giustizia senza certezze, di una società iniqua e di mancanza di prospettive, sono gli italiani stessi, per i cattivi maestri che hanno scelto, per i politici che votano ed hanno votato, per aver scelto in chi ha meno di loro il proprio nemico, invece di ravvisarlo in chi li sfrutti e s’arricchisca sempre più, mentre loro van perdendo, pezzo per pezzo, sicurezza, giustizia e prospettive.

di L’Etranger

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