A Kazuo Ishiguro il Premio Nobel Per La Letteratura 2017

Arriva dopo il premio ai versi di Bob Dylan e ai reportage di Svetlana Alexievich, il premio Nobel per la letteratura 2017 a un romanziere puro: l’Accademia di Svezia ha conferito in questi giorni il titolo a Kazuo Ishiguro, tornando in un certo modo alla tradizione, ma senza premiare un nome noto, come poteva esserlo, sempre tra i giapponesi, Haruki Murakami. Questi, insieme ad Amos Oz, o Claudio Magris e Margaret Atwood, era nella lista dei favoritissimi per il Premio di quest’anno; ma si sa, l’Accademia è quanto mai imprevedibile nelle sue scelte, e la nomina giunge inaspettata allo stesso Ishiguro, che commenta la notizia come «sorprendente e totalmente inaspettata. Spero solo che ricevere questo grande onore, anche se nel mio piccolo, possa incoraggiare le forze del bene e della pace in questo momento».

Nato nel 1954 in Giappone, Ishiguro cresce in Inghilterra: l’Oriente e l’Occidente sono presenti in egual modo nei suoi romanzi, ricchi di atmosfere sognanti e concrete insieme. Il suo stile è stato definito una miscela tra Kafka e Jane Austen: sicuramente, le sue storie visionarie e oniriche hanno appassionato i lettori e influenzato il cinema, come nel caso del romanzo “Quel che resta del giorno” da cui è tratto l’omonimo film di James Ivory (del 2003), stessa sorte per “Non lasciarmi” del 2005, che ha ispirato un film del regista Mark Romanek. Tra gli altri romanzi di successo vanno ricordati anche “Un pallido orizzonte di colline” del 1982, “Un artista del mondo fluttuante” (1986), grazie al quale Ishiguro ha vinto il premio Withbread, “Gli inconsolabili” (1995) e “Quando eravamo orfani” (2000). Un autore non eccessivamente prolifico (in tutto ha pubblicato sette romanzi e una raccolta di racconti in trent’anni), ma sicuramente non legato ad un’etichetta, e capace di trasformare la sua scrittura e di passare da un genere letterario all’altro, portandosi dietro sempre delle atmosfere ben nitide, quasi come se fosse un regista: non a caso Ishiguro è anche sceneggiatore e non a caso le sue storie risultano così “cinematografiche”, sempre intrise di un’eleganza tipica della cultura nipponica che hanno convinto gli Accademici del Nobel per un «abisso nascosto dietro il nostro illusorio senso di connessione con il mondo». Motivazione misteriosa ed evocatrice: sicuramente un invito a lasciarsi conquistare dai romanzi di Ishiguro.

di Giusy Patera

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