Botero. Via Crucis. La Passione di Cristo

L’arte è innata e Fernando Botero ne è l’esempio emblematico. Colombiano, nato a Madellìn il 19 aprile del 1932, a 16 anni già disegnava illustrazioni per i supplementi di “El Colombiano”. Il giornale più importante della sua città.
A soli 19 anni, ebbe il privilegio di poter esporre in una “personale” a Bogotà e l’anno dopo si concesse un viaggio studio in Europa, grazie al secondo posto raggiunto nel premio “IX Salone degli artisti colombiani”.
Forme insolite (quasi irreali), dilatazione degli oggetti e rappresentazioni del tempo, sono da sempre il suo bigliettino da visita. Ma non solo. Copiature piatte, senza contorni, freddezza e assenza totale delle ombreggiature; affronto alla violenza, orologi, temi sacri. In un dipingere che è inteso come una necessità interiore, un bisogno pulsante, inappagato.
Le sue opere offrono diversi livelli di lettura. Un’amplificazione costante dei protagonisti dell’estro occidentale del nostro secolo, tra cui Peter Paul Rubens, Diego Velázquez, Paolo Uccello, Pablo Picasso, Paul Cézanne.
Spesso ha dichiarato: «Nell’arte il segreto per crescere è confrontarsi. Un’esposizione in un museo è un’opportunità per confrontare un’opera con un’altra che è sempre la migliore lezione di pittura. Occorrono occhi freschi, liberi da ogni pregiudizio. Fortunatamente l’arte ha una grande dote, quella di essere inesauribile. È un processo senza fine, nel quale non si smette mai di imparare.»
Su queste basi, nasce “Botero. Via Crucis. La Passione di Cristo.” A Roma dal 13 febbraio 2016. Già esposta precedentemente in numerosi Paesi, tra l’America e l’Europa; è nata per festeggiare gli 80 anni di vita dell’artista, nel cuore del suo paese natale
Ritratti ecclesiastici e religiosi, cattedrali, campanili, cupole. Poi il soggetto della maternità, identificato spesso con la Madonna e il bambino.
27 oli e 34 opere su carta. Una serie di materializzazioni in cui s’identificano trasformazioni interne, che vanno ad arricchire e valorizzare il suo lavoro.
La mostra prese per la prima volta vita, nella settimana di Pasqua del 2012. Sarà nella Capitale, al Palazzo delle Esposizioni, fino al 1 maggio 2016.

di Sara Di Paolo

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