I Paradise Papers ci mostrano le regole attuali dell’economia

Per anni, ci è stato detto che l’austerity fosse necessaria. Se accumuli troppo debito devi stringere la cinta. Ci è stato spiegato come i sistemi di welfare non fossero più sostenibili dalle società moderne, e che i tagli, seppur dolorosi, non si potessero più rimandare. Ora è chiaro come queste regole non fossero valide per tutti. I Paradise Papers ci svelano, ancora una volta, il gigantesco meccanismo di elusione fiscale che riguarda solo la parte più facoltosa delle nostre società.

Si tratta della più grande fuga di notizie e di dati mai avvenuta dopo i Panama Papers, che avevano scosso il sistema al punto da costringere alle dimissione persino capi di stato. I dati (circa 13,4 milioni di file) sono stati ottenuti inizialmente dal Süddeutsche Zeitung. Il giornale di Monaco li ha condivisi coll’International Consortium of Investigative Journalist (Icij), un consorzio di cui fanno parte 96 tra alcune testate più importanti al mondo, dalla Bbc al Guardian al New York Times, per l’Italia, invece, l’Espresso e Report.

La fuoriuscita proviene principalmente da Appleby, un ufficio legale offshore con base alle Bermuda. I documenti rivelano i modi in cui gli individui e le imprese riescono ad evitare di pagare le tasse. I metodi sono molteplici e si appoggiano sulle indulgenti legislazioni in materia fiscale dei cosiddetti paradisi fiscali. Le rivelazioni toccano vari ambiti, dalla politica ,all’alta finanza, dallo sport alla musica.

A differenza del lavoro, il capitale è mobile. Si muove e lo fa sempre più velocemente. Da una parte i confini si fanno sempre più consistenti per le persone, dall’altra diventano porosi quando a spostarsi è il denaro.

Tra gli individui coinvolti troviamo personaggi tra loro, apparentemente, molto diversi: la regina Elisabetta e suo figlio Carlo, Bono Vox, Madonna, Lewis Hamilton, il braccio destro del Premier Canadese Trudeau, uomini vicini a Trump e uomini vicini a Putin. L’inchiesta coinvolge anche nomi italiani. Solo un cosa accomuna tutti questi personaggi, il fatto di appartenere alla parte più ricca della società.

Probabilmente, i Paradise Papers saranno meno esaltanti dei precedenti Panama Papers. Infatti, in questo caso non si tratta di operazioni illecite. Tutti questi meccanismi sono legali. Ed è proprio questa la cosa più sconvolgente, e che dimostra come l’intero sistema economico vada riformato.

di Pierfrancesco Zinilli