Infanzia Rubata

Nelle quaranta pagine del rapporto di Save the Children, “Infanzia Rubata”, tra i fenomeni che mettono in pericolo la libertà e la vita di milioni di bambini, dal lavoro forzato alla malnutrizione, un posto non secondario è occupato dal matrimonio precoce.

Si tratta di una pratica contraria ai principi della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza che coinvolge, ogni giorno, quattro milioni di bambine sotto i 15 anni. Oltre un milione di loro diventa madre prima dei quindici anni.

Bambine impreparate, fisicamente e psicologicamente, ad affrontare esperienze come matrimonio e maternità vanno spesso incontro a complicanze sia durante la gravidanza sia al momento del parto, ad abusi e violenze domestiche.

Cause caratteristiche dei matrimoni precoci sono la povertà, le regole religiose, l’onore e il prestigio della famiglia.

Più frequente negli ambienti rurali dei paesi in via di sviluppo, il fenomeno è presente anche in molti paesi occidentali.

In Italia, secondo Save the Children, il fenomeno coinvolge l’1,5% della popolazione nazionale, con gravi eccezioni.

Uno studio dall’Associazione 21 Luglio rivela come nelle baraccopoli che circondano la Capitale, abitate prevalentemente, ma non solo, da persone di etnia rom, sono numerosissimi i matrimoni precoci. Su un totale di settantuno matrimoni, spesso informali, analizzati tra il 2014 e il 2016 in sette baraccopoli e in un’occupazione abitativa, abitate complessivamente da più di tremila persone, il tasso dei matrimoni precoci è stato del 77%. Un dato che supera il record mondiale detenuto dal Niger.

Nella realtà italiana queste unioni, a differenza di quanto accade in alcuni paesi asiatici e africani, non vedono coinvolti uomini adulti e bambine. Qui le unioni sono tra coetanei. In media la differenza di età tra maschi e femmine è di tre anni e nel 49% dei casi il matrimonio è voluto dagli sposi. Decisivo è il valore attribuito alla verginità. “I matrimoni combinati possono configurarsi come una soluzione utile laddove sia forte il timore dei genitori che i figli vivano l’intimità di coppia al di fuori della cornice nuziale”.

Angela Tullio Cataldo, la studiosa che ha coordinato la ricerca, afferma che in contesti di “deprivazione socio-economica come quello delle baraccopoli romane, caratterizzato da una forte assenza di stimoli esterni e da un altissimo tasso di disoccupazione, soprattutto femminile” il matrimonio precoce diventa una scelta quasi obbligata. Fattori culturali e pressione sociale favoriscono questi legami precoci perché creare una famiglia e avere figli permette di trovare maggiore autostima e supporto economico da parte delle reti familiari allargate. “Tuttavia, tale protezione rischia di avere un alto costo in quanto può facilmente tradursi in forme di schiavitù domestica, di violenza sessuale, economica, psicologica, di restrizione della libertà di movimento”

di Enrico Ceci

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