La storia può essere raccontata anche attraverso le rotaie

Il 3 novembre 2018 presso il Museo e Centro culturale “Marco Scacchi” di Gallese è stato organizzato un convegno con la presentazione del libro “Il ruolo delle ferrovie nella prima guerra mondiale” in vendita in libreria e su web. Un testo che ha fornito una chiave di lettura diversa di quel periodo storico. La grande guerra raccontata sferragliando sulle rotaie che percorrevano i teatri bellici e che sono state determinanti per l’esito del conflitto.

Il volume è stato scritto a quattro mani dal Generale Mario Pietrangeli e dall’Ing. Michele Antonilli. Uno storico studioso del operazioni belliche e un tecnico, un binomio che ha realizzato un manoscritto a tutto tondo legando le ferrovie agli sforzi bellici, raccontando con minuzia sia le battaglie che il ruolo delle ferrovie e sia i dati tecnici necessari affinché si comprendesse meglio l’enorme sforzo fatto in quel periodo e in quel contesto storico-sociale e culturale.

Presenti al convegno, il padrone di casa dott. Danilo Piersanti Sindaco di Gallese e l’on. Fabio Refrigeri, Presidente della Commissione Trasporti della Regione Lazio, che con i loro interventi hanno focalizzato quanto siano necessarie le politiche di trasporto su ferro.

La presentazione del volume, come immaginabile, si è tenuta sulla scia della commemorazione del centenario della vittoria della prima guerra mondiale. Senza la conoscenza della storia di un paese non si può costruire il suo futuro. Bisogna comprendere il valore di quei giovani caduti in guerra e che in un certo qual modo hanno contribuito a cementare quell’unità nazionale da poco raggiunta. Una generazione cancellata, uomini che hanno combattuto su un fronte difficile e che grazie alle ferrovie hanno potuto ricevere la posta, essere trasportati per le cure mediche in ospedali, andare in licenza nelle retrovie a trovare ristoro dopo cruenti battaglie. Le ferrovie erano in quel periodo i punti vitali dell’Esercito Italiano e come gangli nervosi si diramavano agevolando le operazioni di guerra. Questo valeva anche per l’esercito nemico. Le ferrovie erano fondamentali per la riuscita bellica.

I treni erano i mezzi i ferrovieri erano le braccia. Ne sono caduti 1080 durante la prima guerra mondiale. Erano sempre gli ultimi a lasciare la stazione con i treni carichi di civili e militari, rischiando la vita facendo sbuffare a tutta velocità la locomotiva prima che il nemico facesse fuoco. È storia quella di un treno che lasciò per ultimo la stazione di Gorizia mentre gli austriaci entravano in stazione sparando. A guerra finita alcuni ferrovieri sono stati decorati per il loro valore con la medaglia d’oro. Ma quello che rimane impresso nella memoria di tutti è il convoglio ferroviario che ha trasportato i resti di un soldato caduto in battaglia e rimasto ignoto. Fu scelto tra le 11 salme (le bare dovevano rappresentare le battaglie dell’Isonzo, in realtà dodici, ma non venne ricordata quella di Caporetto che si voleva in qualche modo cancellare dalla memoria) che vennero disposte una accanto all’altra nella cattedrale di Aquileia, fu la mamma di un soldato caduto e rimasto ignoto ad indicare quella da trasportare a Roma con il treno per essere collocata in un sacello nel complesso monumentale del Vittoriano oggi noto come  Altare della Patria. Quel treno, in ogni stazione che passò, fu accolto da una folla impressionante a rendergli onore. Il convoglio era trainato da una Locomotiva 685 denominata  “la regina” decorata per l’occasione con la Croce di Guerra e ornata di corone.

Ma come hanno ben raccontato il Generale Pietrangeli e l’ing. Antonilli le ferrovie e i treni hanno avuto anche il loro impiego bellico. Treni blindati armati di cannoni e contraeree percorrevano in lungo e in largo la rete ferroviaria colpendo obiettivi militari dalle navi alle postazioni terrestri oltre che aerei con lo scopo di fiaccare le forze nemiche.

Un ringraziamento particolare al sig. Raimondo Chiricozzi, Presidente del Comitato riapertura Civitavecchia Capranica Sutri Orte della Ferrovia dei Due Mari, che ha coordinato il convegno. Presente anche l’Ing. Gabriele Bariletti vicepresidente dell’Osservatorio Regionale Trasporti e il sig. Gianfranco Lelmi conoscitore e studioso della Ferrovia concessa ex Roma Nord di cui ha pubblicato un libro.

di Eligio Scatolini

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