La continua speranza per il sogno americano

Il confine statunitense si è dimostrato finora impossibile da attraversare per gli oltre 7.000 migranti che sono arrivati a Tijuana. Attendono con ansia che si avveri una speranza,  l’ingresso negli gli Stati Uniti. Nel frattempo gran parte dei migranti vivono nello squallore di un piccolo stadio di baseball trasformato in tendopoli. Tendopoli installata a due passi dal confine che prima o poi sperano di attraversare, cosa che molti non immaginavano sarebbe stato così difficile. Il trattamento che hanno ricevuto appena arrivati a Tijuana ha messo davanti alla dura realtà il convoglio: la loro visione idealizzata degli Stati Uniti, un paese gentile e giusto, disposto ad accogliere la gente che non vuole altro che lavorare o cercare sicurezza, ha messo ostacoli sul loro cammino. Il “sogno americano” si è spezzato anche per loro.

Scene di migranti in fuga da gas lacrimogeni sparati dalla polizia di confine statunitense ha portato condanne e accuse di eccesso di violenza; secondo la dogana e la pattuglia di frontiera degli Stati Uniti, i migranti hanno violato le recinzioni. Proteste si sono susseguite durante questi giorni. I migranti non vogliono altro che una risposta: vogliono capire perché non si da loro la possibilità di chiedere asilo politico. Le richieste di asilo sono ancora ferme e sono sempre più difficili da comunicare, meno di 100 migranti al giorno possono avvicinarsi al valico di frontiera e ricevere un “colloquio”. Le disposizioni del presidente Trump e della Casa Bianca, i quali hanno cercato modi per contrastare la capacità dei migranti di entrare negli Stati Uniti e chiedere asilo, fino adesso hanno retto. Inoltre,  il confine tra USA e Messico è un importantissimo snodo commerciale, che rappresenta milioni di dollari di attività, legali e illegali. In combinazione con lo stato delle cose a Tijuana, la situazione di stallo sta mettendo sotto i riflettori il confine, e questo preoccupa non poco i cartelli della droga. La situazione potrebbe degenerare: i migranti sono disperati e affamati, pronti a tutto pur di realizzare il loro sogno. Molti dicono che stanno fuggendo dalle minacce delle gang criminali nei loro paesi d’origine, principalmente Honduras, ma anche El Salvador e Guatemala.

In base al diritto e ai trattati internazionali di cui gli Stati Uniti sono firmatari, queste persone hanno diritto ad udienze in cui vengono valutate le loro richieste di asilo. La questione della carovana dei migranti e le maggiori tensioni tra Stati Uniti e Messico sull’immigrazione saranno tra le questioni più urgenti del nuovo presidente del Messico, Andrés Manuel López Obrador, il quale presterà giuramento sabato.

di Antonio Zinilli

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