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Sotto silenzio, continua la strategia Salviniana?        

Tra le mille cose che accadono, il 16 febbraio in pochi si sono accorti della pubblicazione del decreto (firmato da Salvini, Bonafede, Tria e Di Maio)  di attuazione che recepisce una direttiva europea del 2009 (la numero 52): in questo viene comminata una multa pari a quasi 1400 euro, nei confronti dei datori di lavoro che impieghino dei cittadini extracomunitari, irregolari. La cifra, burocraticamente “non-tonda”, nasce dal calcolo su quanto ammonti il costo medio di un rimpatrio (aumentata del 30%, per aggiungervi il costo dell’accompagno) ed è da aggiornare ogni anno.

Al di là del fatto che chi faccia affari facendo lavorare personale irregolare, difficilmente si farà condizionare da una simile multa (tranne che nel dare una paga ancor più bassa, per compensare al “pericolo” ulteriore), c’è da chiedersi come mai dal 2009 ad oggi, nessun governo (di destra o di sinistra) si sia mai sforzato di recepire questa direttiva e perché.

Questo decreto, forse non è stato emesso prima, perché nell’italico modo di non-risolvere certe questioni (in questo caso, accogliere decentemente i migranti), si è preferito consentirne sommessamente lo sfruttamento, per rendere in qualche modo autosufficienti, quegli irregolari veramente intenzionati ad integrarsi. Ma la misura presa qualche giorno fa, non è certo parte di una revisione totale (e dispendiosa: siamo matti?), del sistema di accoglienza, per dare una risposta dignitosa al problema.

Dal 3 marzo, giorno in cui il decreto entrerà in vigore, dopo la messa per strada dei migranti precedentemente accolti nei Cara e attraverso gli Spra, troveremo a “bighellonare” o a delinquere, anche quelli che prima in qualche modo lavoravano, seppure sfruttati.

La proliferazione di “aitanti maschioni dalla pelle scura, per le nostre strade”, darà ancor più la percezione di quell’invasione che, cifre alla mano, in Italia non c’è assolutamente. E ciò porterà nuova verosimiglianza alle tesi del nostro Ministro dell’Interno, quindi nuovo consenso, che si tradurrà immancabilmente in ulteriori nuovi voti, al partito di Salvini.

Ma ciò si tradurrà in maggiore sicurezza? Da questo scaturirà una maggiore giustizia sociale, un ulteriore introito erariale, una maggiore dignità? Se chi prima lavorava irregolarmente, ora non troverà più lavoro, probabilmente diverrà manodopera per la criminalità. Se ad una simile misura, non viene prima abbinata una qualche forma di dignitosa occupazione e/o di rimpatrio (mancando, per questi, gli accordi bilaterali), come pensiamo che degli esseri umani già sul suolo italiano, possano vivere? Se prima, pur nell’indecente sfruttamento, attraverso un lavoro l’irregolare poteva contribuire all’economia del paese e a provare ad integrarsi, ora non ci riuscirà più e, in qualche modo, sarà ancora di più “un peso” per l’economia e la società.

Allora, mancando totalmente una logica organica al problema-immigrazione, che senso può avere una simile misura? La quadruplice firma, non ha solo un senso di partecipazione alla scelta politica, ciascuno per la propria area di competenza dei ministri, ma ha anche lo scopo di cementare la linea anti-immigrazione della compagine governativa, come in una sorta di corresponsabilizzazione.

In tutto ciò, il liquido con cui è stato firmato e controfirmato anche questo decreto, più che nero inchiostro sembra il rosso sangue di quegli ultimi che saranno ancor più arretrati, nella nostra società, ovvero gli irregolari, i sans papier, condannati a non essere null’altro che carne da macello, nella contesa elettorale. Ma il primo fautore di questo massacro moderno, il presunto Ministro dell’Interno, oltre che un buon tornaconto elettorale, si rende conto che l’altra conseguenza (quella a lungo termine), saranno i disordini che nasceranno da quest’umanità ancor più relegata nell’abisso?

di Mario Guido Faloci