Undicesimo: Rispetta la terra, proteggi l’ambiente

In questi giorni nella Chiesa Cattolica si sono verificati eventi importanti.
Per la nomina concistoriale di 13 cardinali, si è svolta nella basilica di San Pietro, una cerimonia-spettacolo della istituzione.
La vocazione missionaria di Francesco è stata affidata come vocazione ai vecchi e nuovi cardinali, in una presenza che ha mischiato il rosso sfarzoso delle loro vesti ad un pubblico di familiari e di autorità.
Era senza dubbio evidente la forza di una struttura che unica è sopravvissuta per due millenni e che si presenta anche oggi con la capacità di Francesco di dare a credenti e a non credenti missione, contenuti e speranze per un futuro più degno.
È un futuro più degno per tutti, che porti a superare il mondo del profitto, del consumismo, del degrado culturale.
È un futuro che rompa le ingiustizie tra una estrema minoranza di privilegiati e una sterminata folla di donne ed uomini sfruttati nel lavoro e nel consumo forzato.
E ancor più nei miliardi di diseredati, di invisibili che non hanno casa e lavoro e neppure cibo per sopravvivere.

E ancora in quel rosso sfarzoso non c’era una donna, anche una soltanto.
Se ne vedevano tante, nella folla degli spettatori.
Ma nessuna tra i prìncipi della chiesa, nessuna vestita di rosso.

C’è un ritorno alle origini, nella chiesa missionaria di Francesco che è radicata sulla misericordia ed espressa nella sinodalità.
Ma molto c’è ancora da fare. Ci sono resistenze, minacce di scissione, difficoltà ad accettare il nuovo corso.
Anche nella preghiera. Il “non ci indurre in tentazione” dovrebbe essere cambiato in “non abbandonarci alla tentazione”. Ma nel Padre Nostro cantato dai cardinali in San Pietro c’era ancora “ne nos inducas in tentationem” …

Ci sono segni di nuovo: come nella scelta del neo cardinale Zuppi, arcivescovo di Bologna che, ha incardinato nella sua diocesi (dopo ventisei anni di sospensione “a divinis”) don Gino Melandri, saveriano, colpevole di essersi candidato ed eletto al parlamento nelle liste di Democrazia Proletaria (1989) e di Rifondazione Comunista (1992)

Ci sono segni di nuovo. Nella trentesima riunione del C6 (il consiglio dei cardinali per la riforma della curia, inizialmente C9, con nove cardinali, ora sono sei) è stata ribadita la necessità di una maggiore presenza delle donne in ruoli dirigenziali negli organismi della Santa Sede.
Ma non si conoscono progressi, al riguardo, neppure per il minore degli ordini sacri, il diaconato.
E del resto stenta ancora ad essere promulgata la riforma della Chiesa contenuta nella nuova Costituzione Apostolica, titolata “Praedicate Evangelium”. Di essa, nella trentunesima riunione del C6 dello scorso settembre è stata effettuata l’ennesima rilettura e modifica …

Ci sono passi avanti, nel Sinodo sulla Amazzonia, quando è stato proposto di inserire, tra i peccati tradizionali, i “peccati ecologici”, ed è stata auspicata una conversione ecologica “che faccia percepire la gravità del peccato contro l’ambiente come peccato contro Dio, contro il prossimo e le future generazioni”.
Sarebbe una specie di undicesimo comandamento: Rispetta la terra, proteggi l’ambiente

Ma ci sono ritardi ormai inaccettabili anche nel Sinodo, come ha gridato suor Weiler, missionaria medico (una delle 35 donne ammesse ai lavori tra più di 300 partecipanti, con 184 padri sinodali votanti): Ci esprimiamo liberamente, vogliamo discernere insieme, ma ci è precluso il diritto di voto. C’è del machismo, solo gli uomini votano!
E sull’argomento un’altra suora, suor Alba Teresa Cediel Castillo, che si è presentata come voce delle donne indigene, afro-discendenti e contadine, ha dichiarato ai padri sinodali: “Le donne dovrebbero avere un maggiore riconoscimento, a tutti i livelli. Ma non si può premere o forzare. È un cammino. Ci arriveremo”.

Ci sono passi avanti nel Sinodo anche per il sacerdozio. Bisogna tenere presente che più di due terzi delle comunità amazzoniche sono senza sacerdoti. E quindi c’è la proposta – come eccezionale e in via sperimentale – di aprire l’ordinazione sacerdotale ad uomini anziani di provata fede, anche sposati (non di abolire o rendere opzionale il celibato permettendo ai sacerdoti di sposarsi).

E tuttavia non si risolve la precarietà di tante situazioni. Uno dei vescovi partecipanti ha ricordato che quelle comunità amazzoniche senza sacerdoti sono dirette e coordinate da donne, aggiungendo che si parla tanto di valorizzazione della donna però, poi, non si procede sulla possibilità di nuovi ministeri per i laici e in particolare per le donne, non riconoscendo la straordinaria dedizione di tante religiose che consumano la loro vita al servizio delle comunità amazzoniche.
In merito la già citata suor Alba Teresa ha ricordato: “Amministriamo i Battesimi. Se qualcuno si vuole sposare, siamo testimoni della sua promessa d’amore. Se una persona viene in chiesa e chiede di confessarsi, noi l’ascoltiamo con umiltà anche se non possiamo chiaramente dare l’assoluzione” …

C’è davvero ancora tanto da fare.
Nel Concistoro c’erano 126 cardinali votanti e 98 non votanti, vestiti di rosso sfarzoso. Tutti uomini. Nessuna donna.

di Carlo Faloci