Giulio Regeni: aspettiamo la verità

Giulio Regeni era un promettente, giovanissimo studente. La sua storia torna ancora all’attenzione di chi segue le cronache perché la verità sulla sua fine non è stata ancora svelata.

Nato nel 1988 dopo un percorso di studi all’estero, stava studiando a Cambridge per conseguire un dottorato di ricerca. Oggetto di studio era, tra l’altro, la situazione dei sindacati in Egitto dopo la rivoluzione egiziana del 2011. Non si hanno certezze, ancora oggi, se nel corso delle sue investigazioni avesse appreso o, a torto, chi l’ha ucciso, si fosse convinto che avesse appreso, qualche notizia, segreto, che ne hanno determinato il rapimento, le torture, la fine.

Lo hanno ucciso, dopo giorni di sofferenza. Non si sa quando e da chi sia stato ucciso. Rapito il 25 gennaio 2016 è stato ritrovato il 3 febbraio dello stesso. Il buio regna sui giorni della sua sparizione.  Si è solo potuto ricostruire dai segni sul corpo, dalle numerose fratture, cosa gli è stato fatto. Resta incomprensibile come uomini (?) possano provocare tanto dolore ad una persona totalmente indifesa.

L’ex ambasciatore italiano in Egitto di recente, durante una sua audizione in Commissione parlamentare per l’inchiesta sulla morte del giovane Regeni, ha dichiarato che le autorità egiziane, nonostante gli ottimi rapporti intercorrenti con l’Italia, si siano sin dall’inizio dimostrate poco collaborative, “elusive”. Non solo. Del ritrovamento del corpo lui stesso non fu nemmeno immediatamente informato dalle autorità locali ma, in modo indiretto, gli fu riportata la notizia.

Perché, ancora oggi si domanda, tanta segretezza? Tanta poca voglia di collaborare? Chi è coinvolto in questo orrendo delitto?

A voce alta si susseguono dichiarazioni di voglia di far luce. Di fatto dal febbraio 2016 al febbraio 2020, in ben quattro anni, non si è ancora avuta una svolta.

Cosa ha attirato l’attenzione di qualcuno su Giulio Regeni? Che segreti volevano strappargli con le vessazioni terribili a cui lo hanno sottoposto.

Molti sono stati i tentativi di gettare ombra sulla limpida figura del ricercatore italiano. Hanno tentato di farlo passare per drogato, ma dal referto autoptico non risulta che abbia mai assunto droga, hanno parlato di una relazione omosessuale che ne avrebbe causato l’uccisione, hanno indicato come responsabili un qualche gruppo assoldato dal controspionaggio egiziano. Tante ipotesi  e nessuna certezza.

Fa male al cuore sapere che mentre si tentava disperatamente di ritrovarlo, nei giorni della scomparsa, era prigioniero di gente che lo demoliva fisicamente. E cresce il desiderio di scoprire la Verità.

E’ una verità chiesta a gran voce, che non ci si deve stancare di cercare. Sono state raccolte migliaia di firme in questi anni per non far dimenticare mai l’ingiustizia e la crudeltà con cui Giulio Regeni è stato ucciso.

di Patrizia Vindigni

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