Eliminiamo la ricchezza e la povertà
Il divario tra ricchi e poveri è enorme. Il divario tra super ricchi e poveri è immenso. La ricchezza e la troppa ricchezza generano tanta sofferenza, tanta fame e tanta povertà. Nel mondo la ricchezza è distribuita in modo ineguale: da una parte le nazioni evolute e ricche con un benessere ed un tenore di vita costantemente alti, dall’altra parte i paesi sottosviluppati, poveri e privi di risorse, alla costante ricerca dell’alimentazione minima per sopravvivere. L’1% più ricco della popolazione mondiale continua a possedere quanto il restante 99%, quindi le ingiustizie e le disuguaglianze socio-economiche sono sempre più crescenti. Nel mondo, oggi, il sistema dominante è quello Occidentale, di tipo capitalistico, cioè il mercato senza regole del profitto a scapito della popolazione del pianeta.
La ricchezza globale equivale alla povertà globale. Un sistema, quello capitalistico, che non funziona più, se mai avesse funzionato, è necessario sostituirlo con un sistema sociale dove le ricchezze siano ripartite equamente in un etica solidale di fratellanza tra i popoli. Per sostituire un sistema economico mondiale, è necessario un movimento globale sociale che voglia eliminare tali ingiustizie e tali ricchezze, per stabilire un “salario minimo universale” un lavoro retribuito secondo giustizia e tutele solide per le lavoratrici e lavoratori. Garantire che i benefici economici del lavoro siano suddivisi equamente tra i cittadini del mondo, vietando qualsiasi sperequazione avendo come punto di riferimento l’uguaglianza sociale, la fratellanza e la libertà. L’attuale sistema capitalistico offre ben altro: lavoro pericoloso, morti sul lavoro, infortuni, avvelenamento degli ambienti, salari da fame, zero tutele, precariato, licenziamenti disciplinari e di genere, soprusi e ricatti. In pratica un sistema, quello capitalistico occidentale, fondato sull’abuso e la negazione dei diritti di chi lavora.
Fino a quando per il sistema economico il profitto della ricchezza di pochi sarà un obiettivo predominante rispetto alla garanzia di un lavoro dignitoso per tutti, non sarà possibile eliminare la disuguaglianza, per questo l’unica possibile soluzione è la sostituzione del sistema: da capitalistico a sociale. Zero ricchezza zero povertà. Non è un’utopia ma un sogno che può trasformarsi in realtà se superiamo, come mostra Leopardi nel “Dialogo di un venditore d’almanacchi e di un passegere” la struggente vanità di attendere, alla fine di ogni anno, un anno più felice di quelli passati, anch’essi attesi ogni volta nella fiducia che avrebbero arrecato una felicità che invece non hanno mai portato.
di Claudio Caldarelli