Nuove droghe: ed è boom di ricoveri a psichiatria

Quarantamila casi all’anno, con un tasso di incidenza in aumento nella fascia di età compresa fra i 15 e i 24 anni, che raggiunge gli stessi numeri di quella che include gli adulti fino ai quaranta. Si tratta del dato che indica quante dimissioni ospedaliere dai reparti di psichiatria a causa della cosiddetta “doppia diagnosi”: quella che a disturbi psichici associa l’utilizzo di sostanze stupefacenti.

Sono le conseguenze che le “vecchie” cocaina e cannabis, seguite dalle “nuove” anfetamine dalle infinite varianti hanno su uno spropositato numero di giovani che ne fanno uso, grazie all’estrema facilità con cui le nuove droghe si trovano e comprano, e la difficoltà con cui vengono identificate, proprio a causa delle loro formulazioni, in continuo mutamento. Una vera e propria emergenza emersa a seguito del convegno tenutosi a Roma, organizzato dalla Società italiana di Psichiatria (Sip), dalla Federazione degli operatori dei Dipartimenti e dei Servizi delle Dipendenze (Federserd) e dalla Società di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (Sinpia), proprio per presentare la nuova “Carta dei servizi dei pazienti nelle condizioni cliniche di comorbilità tra disturbi mentali e disturbi da uso di sostanze e addiction (doppia diagnosi)”. Droghe diffuse e poco costose che possono causare gravi alterazioni psicopatologiche: l’allarme emerge ancor più forte se si considera un sondaggio che ha coinvolto i clienti sotto i trent’anni di cinque locali romani, tra cui il 78% ha ammesso di aver fatto uso delle “nuove sostanze psicoattive”: il preoccupante luogo comune che conferma lo sballo, tra i giovanissimi, non come mezzo ma come fine di uscite e serate. Mode dure a sradicarsi, se si pensa a quanto poco fanno – o riescono a fare – educazione familiare e scolastica, e quanto tanto invece incidano status di gruppo e ciò che si legge sul web: un intervento efficace è necessario, come affermato anche da Claudio Mencacci, direttore del Dipartimento di Neuroscienze del Fatebenefratelli-Sacco di Milano che proprio in occasione del convegno di Roma ha sottolineato “l’importanza e la necessità di un intervento in tempi rapidi per evitare conseguenze peggiori”.

di Giusy Patera