LA FIRENZE DI AMICI MIEI. RITORNO AL FUTURO NECESSARIO

Firenze. Città bellissima. Città di cui son cittadino d’adozione da quando avevo 6 mesi di età ossia da ben 53 anni.

Se scrivo un articolo del genere vuol dire che sto invecchiando oppure che che mi sento un eterno giovane… Chissà.

Città in cui mi son formato sulla base di amici miei, specie il primo episodio, che oggi probabilmente verrebbe bollato da qualcuno come inadatto e messo al rogo.

Città in cui una volta c’era il magazzino Duilio 48 dove si andava a far compere in centro. Non posso non ricordare che ci compravo i modelli burago 1/24. Mi ricordo in particolare una bmw serie 5 azzurra e una mercedes sl pagoda.

Il centro allora era vissuto dalle persone normali.

Poi cambiò tutto con la speculazione legata all’eccesso di turismo selvaggio e con l’eccesso di locali e di divieti.

Probabilmente è il progresso. Il nuovo modello di sviluppo basato sull’amore per i soldi. Amore che ci ha portato pure la mafia.

Progresso andato in crisi con il covid.

Ed oggi che si fa? La crisi quanto durerà?

E se si tornasse al recente passato come futuro modello di sviluppo? A dimensione umana? Se si amassero meno i soldi e si riscoprissero alcune professioni?

È forse il sogno di un futuro vecchietto? Preferisco definirlo il sogno di un sempre giovane che non vuole invecchiare formatosi con le zingarate di amici miei.

di Salvatore Calleri

Presidente Fondazione Caponnetto