Gerusalemme in croce sul calvario dannato della civiltà

È l’umanità stessa a trascinarsi sotto la croce del supplizio, dello strazio irrimediabile di ciò che continua ad accadere in Palestina. È l’umanità in quanto essa è lì dislocata in croce, in incrocio di popoli e storia fondamento di una civiltà. Eretz haQodesh, per gli ebrei; Terra Santa, per i cristiani, al-Arḍ al-Muqaddasa, per gli arabi; Agioi Topoi, per i bizantini.

Eppure più santa è per tutti, più da tutti è dissacrata, massacrata. Quando in Così parlò Zarathustra, già verso la fine dell’800, Nietzsche sentenzia: “Dio è morto”, ha una visione davvero trasparente, da “seimila piedi al di là dell’uomo e del tempo”, di quello che sta per accadere nel Novecento. Per morte di Dio, infatti, egli intende il tramonto di tutti i grandi valori della tradizione occidentale, di ogni credo spirituale assoluto: della verità stessa con la V maiuscola. Quella che lui chiama volontà di potenza, in meno di mezzo secolo dalla sua morte avvenuta nel 1900, svela una faccia ben più orribile, mostruosa. Non volontà, ma delirio, follia di potenza. L’Europa, l’Occidente si ergono come una serie di immani macchine statali militarmente protese all’attuazione della massima potenza insita nei nuovi mezzi tecnici e bellici disponibili all’epoca. Ogni credo spirituale, religioso, ogni ideale politico, umanitario diventa solo una maschera, ossia è messo al servizio del massimo di sviluppo di potenza e dominio delle nazioni. Dalla collettivizzazione forzata, alla Shoah, allo sgancio della bomba atomica, il baratro della follia si spalanca oltre ogni confine economico e ideologico. Anzi: tale follia è la vera e unica ideologia caratterizzante ogni brutale urto tra nemici esterni e contro i propri nemici interni.

Il miraggio, l’illusione di potenza e di dominio – nonostante i suoi catastrofici esiti nel secolo appena alle spalle – non si è affatto dissolto. Non solo rimane, ma anzi accentua le sue tendenze, in maniera direttamente proporzionale all’aumento di potenza tecnologica delle magnifiche sorti e progressive, per dirla con Giacomo Leopardi. L’essere stati ieri vittime della più inimmaginabile follia di sterminio attuata nella storia umana, e mantenerne tuttora viva e giusta memoria, non costituisce un antidoto contro l’atmosfera ancora imposta da quel miraggio sul mondo di oggi. È tale atmosfera che conduce a trasmutare, a travalicare i valori. E il delirio di potenza da puramente occidentale s’è esteso ormai sull’intero pianeta economicamente, scientificamente conquistato, sottomesso, influenzato. Chi ha potenza la usa al massimo grado che gli si rende tecnicamente possibile. Il limite non è e non può più essere di tipo morale, ideale, religioso, spirituale. E sarebbe troppo semplice si trattasse solo di originario accanimento umano alla crudeltà verso i più deboli, come è la cacciata dei palestinesi da uno dei loro quartieri a Gerusalemme. No, abbiamo a che fare con una immanente, ineliminabile struttura dell’epoca data, fondata sull’aumento di potenza a mezzo potenza. È l’apparato di potenza tecnica in sé che non può prescindere da un esercizio della forza che schiacci una debolezza. Non importa chi siano i deboli e i forti: l’importante che ci siano. E che entrambi contribuiscano all’aumento generale di potenza tecnica. La morte di Dio e della verità, infatti, obbligano moralmente a non altro che alla valutazione amorale dei gradi di potenza e resistenza che si fondono nel poligono di forze di un conflitto.

I razzi lanciati contro le città israeliane provengono da molto più lontano che dalla Striscia di Gaza. Anche Ḥarakat al-Muqāwama al-Islāmiyya, il Movimento Islamico di Resistenza, ossia Hamas, viene da molto più lontano nel tempo. Negli anni ’70 Israele finanzia le attività dello sceicco religioso islamico Ahmed Yassin, che con quell’aiuto fonda la sezione palestinese dei Fratelli Mussulmani. Il finanziamento è in funzione anti OLP, Organizzazione per la Liberazione della Palestina, di ispirazione laica, guidata da Yāsser ʿArafāt. Più tardi, nel 1987, Yassin fonda Hamas, collegandosi allaRepubblica Islamica dell’Iran, proclamata a Teheran nel 1979 dall’Ayatollah Khomeini. È la cosiddetta eterogenesi dei fini. La nascente potenza islamica iraniana può aiutare molto di più lo sceicco ad aumentare la sua limitata potenza locale. Il peggior nemico palestinese dello stato ebraico diventa così proprio il fondamentalismo integralista e oppressivo di Hamas. Tanto che nel 2004 Yassin viene eliminato in un bombardamento mirato dell’aviazione militare israeliana. Ossia: “Io t’ho creato, e io ti distruggo”. Ormai, però, simbolicamente e materialmente, erano stati innescati quei razzi islamico-oltranzisti carichi d’infinito delirio di potenza e d’odio. Così ora è tutta l’avanzato potere tecno-militare di Israele che vuole entrare direttamente a Gaza, con l’intento di eliminare alla radice la metastasi. Ma sarebbe un’ennesima, tragica illusione.

Gerusalemme, infatti, si trascina sulle spalle la croce dell’intero calvario umano, non quale simbolo di possibile redenzione cristologica, ma come catena di follia che si perpetua a mezzo d’altra folle violenza. Se veramente Dio è morto, è altrettanto certo che l’umanità, la civiltà restano invece più che mai vive ma dannate proprio in quell’originaria Terra Santa.

di Riccardo Tavani