Un sestante della Seconda Guerra Punica

La principale moneta in bronzo durante il periodo repubblicano era l’asse da dodici once, suddiviso in: semisse, triente, quadrante, sestante e oncia. Sebbene questi nomi si riferiscano di fatto a monete, non è improbabile che indicassero anche valori in uso quando il bronzo veniva scambiato a peso, ovvero fino al IV secolo a.C.

Il sestante valeva 1/6 dell’asse ed era pertanto formato da due once, come indica il segno di valore raffiguratovi sopra, due globetti.

Al dritto è raffigurata la testa di Mercurio che indossa il petaso alato. Questo era un copricapo a falde larghe, diffuso già nell’antica Grecia ed era portato dai viandanti, poiché utile a ripararsi dai raggi solari.

Al rovescio era raffigurata una prua di nave, come comunemente avveniva nella monetazione in bronzo a partire dal 225 a.C., anno in cui Crawford colloca la serie in bronzo fusa detta Giano/prora (nome derivato dal tipo principale dell’asse).

A partire dalla Seconda Guerra Punica, la monetazione romana in bronzo subì diverse riduzioni ponderali, per far fronte alle spese belliche, e da fusa e pesante divenne coniata e più leggera.

Alcuni tipi, poi, vennero coniati da zecche periferiche durante la guerra, come quella di Luceria o altre non individuate in Sicilia e Sardegna.

 

di Fabio Scatolini