Chiù scuru ri menzanotti nun pò fari

La Sicilia brucia. Si moltiplicano, giorno dopo giorno, gli interventi dei vigili del fuoco. Il 2021 non sarà diverso dagli anni precedenti, perché, per l’ennesimo anno, non si è fatta un’adeguata opera di prevenzione.  Se tutto brucia, si protesti quanto si vuole, vuol dire che non si è fatto abbastanza per evitarlo.

Il periodo del gran caldo, ricco di sterpaglie, senza pioggia, inizia, per i cambiamenti climatici, sin dal mese di maggio e prosegue per tutti i lunghissimi mesi estivi. Estensioni immense di  erba secca, margini delle strade poco curati, mancanza di interventi sul territorio, non aiutano al contenimento delle fiamme.

E gli incendi sono dolosi. Se la natura brucia non è per autocombustione,  ma perché qualche umanoide, per ragioni di pascolo, edilizie, per eliminare alberi e coltivare, ha ben pensato di utilizzare quell’amico  pericoloso che è il fuoco e lui, il re rosso, divampa in una terra che ha già ben poco verde.  Divampa e distrugge, divampa e divora, come un enorme drago,  che cancella con le sue lingue di fuoco, la bellezza di boschi, di prati.

E alcuni uomini ne sono assurdamente felici. Una pazzia dettata dalla monetizzazione della distruzione.

Per rompere la consecutività tra fuoco e lavoro Legambiente Sicilia aveva già presentato nel novembre 2020 una proposta, alla regione Sicilia, utile a togliere motivazioni agli incendiari. Il piano era stato volutamente presentato a Novembre, periodo in cui non sono presenti incendi, per garantire margini di tempo sufficienti a metterlo in atto, per ottenere attenzione su un problema irrisolto che si protrae da decenni.

Le idee anti incendio erano (e sono) le seguenti:

estendere a tutto l’anno il divieto di bruciare in pieno campo le stoppie e vegetazione;

portare a 10 anni il divieto di pascolo nelle zone bruciate;

chiusura dei parchi alla libera fruizione da parte del pubblico per 5 anni nelle zone colpite dal fuoco;

far decadere per 10 anni da ogni beneficio finanziario le aziende  pastorali, agricole, forestali se la superficie interessata dagli incendi le coinvolge per una percentuale pari o superiore al 5% dell’intera estensione;

presentazione di piani di gestione sostenibili per poter fruire dei fondi pubblici.

Nessuna di queste proposte sembra impossibile da realizzare. E se invece dovesse esserlo perché non dare una risposta, punto per punto, considerando i pro e i contro, oppure perché non applicare per i prossimi vent’anni questo progetto, non solo da parte della regione Sicilia? Basterebbero delle leggi e la loro immediata applicazione.

In Sicilia dicono: chiù scuru ri menzanotti nun pò fari*… peggio di come va, adesso, senza progettualità, gestendo sempre in emergenza, non può andare.

Un segnale da parte delle istituzioni sarebbe utile e potrebbe costituire già un deterrente, ma occorre far presto o non avremo abbastanza pioggia, per coprire le nostre copiose, inutili, lacrime di fronte a una Natura ormai ridotta in cenere.

Patrizia Vindigni

*letteralmente più buio di mezzanotte non può fare (peggio di così non può andare)

di Patrizia Vindigni

Print Friendly, PDF & Email