Senza calze per scaldare i figli, migrante afghana assiderata

Una donna il cui nome forse non si conoscerà mai, la cui storia sarebbe passata inosservata se non fosse per quella fotografia, rilanciata da un post su Twitter dalla Tv Demokrat.Tv e video diffusi da altri media turchi, che ci raccontano i dettagli della tragedia che si è consumata l’ultimo giorno del 2021 in territorio iraniano ma vicino al confine con la Turchia. E’ quello il percorso scelto da centinaia di afghani nella loro fuga verso la libertà o almeno un’altra vita. Ed è proprio una donna afghana quella ritratta, inanimata, coperta da pochi indumenti pesanti ma a piedi nudi nella neve. Sorpresa da una forte tempesta, si era tolta i calzini per scaldare le mani ai suoi due figli. Bambini fortunatamente sfamati e curati poi dai geloni dagli abitanti del vicino villaggio.

I video sui social mostrano due bambini di circa 7 anni, mani gonfie e rosse dal freddo gelido. Sembra che la donna avesse offerto ai figli le sue calze per scaldarsi le manine dal gelo, mentre lei usava sacchetti di plastica per proteggersi i piedi.

L’ufficio del governatore di Van, la provincia turca confinante con l’Iran, ha confermato la morte della donna migrante, spiegando però che la tragedia si è verificata in territorio iraniano. La mamma insieme ai suoi due figli stava tentando di attraversare a piedi il confine verso la Turchia, vicino al villaggio iraniano di Belesur.

La rotta iraniana-turca per raggiungere l’Europa è battuta dai fuggiaschi afghani e desta molte preoccupazioni alle autorità turche, anche a causa delle condizioni drammatiche in cui versa l’economia del Paese, affamato dai talebani e che lasciano prevedere una fuga consistente di abitanti.

Un traffico di persone, quella disperazione, il nulla come unico nutrimento di corpi ed anime, la necessità di andare via, di rischiare la vita per una “vita”, che almeno sia vera, con qualche emozione, il ritorno di un timido sorriso, una rinascita, un nuovo mondo da sognare e sogni da realizzare.

Ebbene, quello che è certo e che si vede dai video postati su Twitter, è che i due bambini sono stati sfamati con biberon di latte e curati dai geloni alle mani dagli abitanti del villaggio, che poi li hanno affidati ai soldati iraniani dispiegati al confine.

Non sappiamo più nulla dei bambini ma ciò che emerge da questa drammatica vicenda, è che una donna è morta per salvare i suoi figli e che altre persone del posto hanno fatto il possibile per curare i suoi figli.

Affinché almeno uno dei suoi sogni non andasse perso, con la speranza che almeno i suoi figli possano ora immaginare un mondo nuovo nel quale vivere, già con una mancanza ma speriamo con tanto altro amore a colmare quel vuoto atroce, a cancellare le sofferenze del passato, dell’infanzia.

Che tutto questo possa diventare una “favola” in cui i valori, la bontà, la solidarietà e l’altruismo possano salvare non solo due vite ma molte altre “anime”. 

di Stefania Lastoria

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