Fratello Rom

Scacciati senza colpa i Rom vanno via/ andran di terra in terra/ a predicar la Pace e a bandir la guerra…” una vecchia canzone degli anarchici, ben si addice al popolo Rom, scacciato da ogni luogo, in Europa. La libera e democratica Europa, non li vuole, anzi li scaccia come appestati. Dai confini dell’Ucraina i Rom spingono per entrare in Polonia, ma vengono respinti. I profughi ucraini entrano. I profughi Rom vengono fermati ai confini. Vengono ricacciati indietro. Spesso rinchiusi in centri di detenzione che sono veri e propri lager.

I bambini piangono. Hanno freddo. Hanno fame. Hanno sete. Ma al confine, soldati armati, con mitra, fucili e cani lupo al guinzaglio, li respingono. Le donne vengono maltrattate. Gli anziani non ce la fanno a proseguire. Sono stanchi. Hanno i vestiti laceri, bagnati, inzuppati di fango. Ma a loro, ai soldati questo non importa. Gli spianano i fucili contro. Gli sciolgono i cani. Strattonano le donne, le fanno cadere nel fango. Gli portano via quel poco che hanno. Non hanno pietà. Sono violenti.

I Rom sono un popolo Pacifico. Non fanno guerre. Ma da sempre sono emarginati. Confinati. Da sempre sono scacciati. Nulla o poco è cambiato dai tempi del nazismo, quando venivano rastrellati e rinchiusi nei campi dì concentramento. Poi uccisi. Gettati nei forni crematori. Nelle camere a gas. I Rom, il popolo Rom, il genocidio del popolo Rom, si consuma ancora oggi, sotto gli occhi di una Europa che non difende la vita dei suoi figli. Una Europa che non considera i Rom suoi figli. Il “porrajmos” dei Rom si consuma ogni giorno, nella indifferenza e nel silenzio dei mezzi di informazione. Nessuno ne parla. Nessuno ne scrive. Eppure le grida dei bambini si sentono, si levano alte nel cielo azzurro d’Europa. Gli urli, il pianto delle madri, rimbomba nelle orecchie di tutti coloro che se ne lavano le mani.

Ogni giorno, ogni ora, si consuma il dramma del popolo Rom. Un dramma che si protrae da secoli. Un dramma che lascia sul terr decine di morti, perlopiù donne, anziani e bambini. Ma tutto avviene nel silenzio più totale. La vita dei Rom, il loro respiro, il battito del loro cuore, non viene ascoltato. Quella vita, non vale nulla per i governi che chiudono le frontiere e non accolgono. Quel respiro è solo un alito di vento per i governi che respingono. Quel battito. Il battito del cuore dei bambini Rom, è un battito talmente forte che non potrà essere respinto. È un battito che oltrepasserà qualsiasi frontiera, per fermarsi in quei luoghi dove l’amore per la vita ci fa sentire fratelli tutti. Quel battito del cuore dei bambini Rom è la speranza per una umanità più giusta dove l’amore per il prossimo e l’amore per i nostri fratelli Rom.

di Claudio Caldarelli

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