Pene d’amor perdute
L’amore più forte di qualsiasi giuramento. Cupido con le sue frecce accende amori contro ogni forma di castità imposta. Il desiderio trasforma la morale della rinuncia in etica dicondivisione d’amore. Le attrici e gli attori, tutti della Scuola d’Arte Drammatica Silvio D’Amico, sono bravissimi nel mettere a nudo la follia della rinuncia, per poi riappropriarsi del sentimento. L’amore, il desiderio, il gioco delle parti, viene trasferito dal palcoscenico alla platea con un unico grande respiro che ti fa sentire parte di quel desiderio. All’inizio dello spettacolo, è stato annunciato l’infortunio di un attore protagonista, e per non annullare la recita, è stato sostituito il regista Danilo Capezzani, che avrebbe dovuto leggere le battute. Ma ha fatto molto di più che leggerle. È entrato talmente nella parte da strappare applausi a scena aperta dal pubblico esigente.
Il Globe Theatre, l’unico teatro elisabettiano in Italia, è il luogo adatto per recitare Shakespeare, ed assolve con merito questo compito. Tutta la stagione che finisce il 16 ottobre, è di qualità e di spessore culturale, oltre che professionalmente di livello visti le compagnie in cartellone. Dopo la morte di Gigi Proietti, il posto di direttore artistico è stato preso da Nicola Piovani, un grande della musica italiana e d’oltre oceano. Applausi e applausi. Le attrici e gli attori hanno coinvolto direttamente la platea in una sinergia spettacolare che rendeva ancora più luminoso il cielo che faceva da soffitto al teatro. Tanta passione. Tanta voglia di mettersi a nudo per far sentire nudi anche gli spettatori davanti alla scelta tra rinuncia e desiderio. Tra essere e non essere. Ma c’è stata una unanimità di sentimenti nello scegliere l’amore rinnegando il giuramento di non concedersi all’amore. L’amore, questa parte meravigliosa dell’animo umano che ci trafigge e ci sconvolge fino al punto di rinunciare ad essere maschera morale per divenire, finalmente liberi da ogni “dittatura della letteratura”, il centro del bersaglio colpito da Cupido.
di Claudio Caldarelli