Ustica, 42 anni dopo e nessun colpevole

“Sono veramente stati gli alieni ad abbattere quell’aereo?” è la domanda che pone il Sindaco di Bologna Matteo Lepore riprendendo lo slogan del manifesto ufficiale voluto quest’anno dai familiari delle vittime, aggiungendo “Le istituzioni italiane devono dire di no e dirci chi è stato”.

La verità sul Dc-9 dell’Itavia con 81 persone a bordo e inabissatosi nel mare di Ustica il 27 giugno 1980 deve uscire fuori. Rompere il muro di gomma che per 42 anni ha nascosto quello che è accaduto è un dovere delle istituzioni. L’Associazione dei familiari delle vittime allargano la richiesta e chiedono che il Governo e alla diplomazia aiuto nel fornire agli inquirenti tutte le informazioni da Stati amici e alleati che avevano aerei in volo vicini al Dc9 quella sera del 27 giugno.

Polemiche verso chi ha rilanciato l’ipotesi di una bomba esplosa a bordo. Se dopo 42 anni ancora si hanno dubbi su come sia “caduto” quell’aereo vuol dire che la verità che si sta cercando nessuno ha la volontà di tirarla fuori.

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un suo messaggio ha detto, “ferita profonda nella coscienza del Paese”, aggiungendo “La sofferenza dei familiari è divenuta patrimonio comune mentre è responsabilità della Repubblica custodire la memoria delle tragedie che hanno caratterizzato il percorso della storia italiana per scongiurare che possano ripetersi”

Per gli avvocati dell’Associazione dei familiari delle vittime gli atti di dell’inchiesta bis dovrebbero essere a breve depositati e dovrebbero confermare l’attendibilità di quanto è stato fino ad ora accertato, ovvero che l’aereo fu abbattuto.

Ustica – 27 giugno 1980

Il volo di linea della compagnia aerea Itavia, partì dall’aeroporto di Bologna diretto all’aeroporto di Palermo. La partenza era programmata, come da orario della compagnia Itavia, per le 18:15, ma venne posticipata di quasi due ore a causa dell’arrivo in ritardo dell’aeromobile Douglas DC-9-15 con marche I-TIGI.

La cronologia

  • Alle 20:08 del 27 giugno 1980 il DC-9 I-TIGI decolla per il volo IH870
  • Alle 21:04, chiamato per l’autorizzazione di inizio discesa su Palermo il volo IH870 non risponde.
  • Alle 21:25 il Comando del soccorso aereo di Martina Franca assume la direzione delle operazioni di ricerca e allerta il 15º Stormo a Ciampino.
  • Alle 21:55 decolla il primo HH-3F e incomincia a perlustrare l’area presunta dell’eventuale incidente. L’aereo viene dato per disperso.
  • Nella notte numerosi elicotteri, aerei e navi partecipano alle ricerche nella zona. Solo alle prime luci dell’alba, un elicottero di soccorso individua a circa 110 km a nord di Ustica alcuni detriti in affioramento. 
  • Nel corso della mattina del 28 giugno vengono recuperati alcuni cadaveri e vengono dirottate sul punto stimato di caduta alcune navi e imbarcazioni civili.

Le ipotesi

  • sarebbe stato abbattuto da un missile aria-aria lanciato da un aereo militare;
  • sarebbe entrato in collisione (o in semicollisione) con un aereo militare;
  • sarebbe precipitato a causa di un cedimento strutturale;
  • sarebbe precipitato in seguito all’esplosione di una bomba a bordo.

Dopo 42 anni ancora si discute sulle ipotesi, l’unica certezza è un aereo che “scompare” dagli schermi radar di mezza Italia e i cui rottami appaiono in mare aperto insieme agli 81 cadaveri delle persone che erano a bordo.

Troppi anni per avere verità, e che ogni anno che passa da quel 27 giugno 1987 non fa che infittire i misteri. Fiumi di inchiostro sono scorsi su quanto accaduto quella notte ma un muro di gomma impenetrabile non permette di avere giustizia.

Il prossimo anno ci interrogheremo di nuovo su questa strage, e così sarà anno dopo anno finché qualcuno romperà quel muro di gomma ad oggi impenetrabile.

di Eligio Scatolini

 

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