UNA TRUFFA LEGALIZZATA

Il prezzo del gas è aumentato di dieci volte nell’ultimo anno. Ce l’hanno detto in tutti i modi, e ci hanno spiegato come rimediare a questa batosta, ciascun politico a modo suo, con soluzioni le più varie, ma generalmente poco serie.

Quel che si sono ben guardati dallo spiegare fino in fondo è come mai le aziende del settore energia abbiano realizzato i cosiddetti “extra profitti”, incassando cifre da capogiro.

A dire il vero, personalmente sono rimasto un po’ stupito da questo nuovo fenomeno economico.

Mi spiego: se aumenta il prezzo della farina, la pasta costerà più cara, è ovvio, ma difficilmente i fabbricanti di pasta guadagneranno di più. Prima di tutto perché venderanno di meno, poi perché, se mai, cercheranno di contenere il prezzo della pasta limando il loro profitto pur di non perdere troppi clienti. Similmente, se aumenta il prezzo dei processori, o se ne riduce la produzione, i fabbricanti di computer venderanno di meno e ne avranno un danno, non un beneficio economico. Sembrerebbe una semplice “legge di mercato” di valore universale.

Ma allora, come si giustificano gli ingentissimi extra profitti delle aziende del settore?

Il gioco è molto semplice.

L’ENI (per esempio, ma vale per tutte le aziende) oggi produce l’elettricità che ci vende con il gas già acquistato in precedenza, quando costava 30. Lo stesso dicasi per le forniture di metano. Poiché oggi la quotazione del gas è salita a 300, ha adeguato immediatamente le bollette al nuovo prezzo del gas, anche se non lo ha ancora pagato. Ed ecco che, come per miracolo, ha generato un extraprofitto.

Giustamente, il governo ha emesso due decreti. Con il primo ha stabilito un prelievo del 10% dell’extra profitto energetico, con il secondo del 25%, allo scopo di finanziare una qualche riduzione della bolletta elettrica a favore sia dei singoli cittadini, sia delle attività produttiva. Ha comunque ridotto IVA e accise, contenendo in certa misura gli aumenti. Siamo ora in attesa del terzo decreto che, si suppone, andrà nella stessa direzione.

Peccato che molte aziende del settore non abbiano pagato né il 10% né il 25% dovuto allo Stato, opponendo ricorso al Tribunale Amministrativo e ad una miriade di enti regolatori, che qui da noi non mancano mai.

Quindi, per adesso, la riduzione delle bollette è a carico dei cittadini, sotto forma di deficit: a nostra insaputa, noi, i nostri figli e i nostri nipoti abbiamo contratto un ulteriore debito.

Fin qui siamo al solito gioco delle parti: chi può guadagna, ed il cetriolo… e qui mi fermo perché non amo le volgarità.

Ma, a mio modo di vedere, il governo e la politica si sono disinteressati completamente di due fatti piuttosto eclatanti.

Il primo, è che queste aziende ci mettono in conto anche ciò che non hanno pagato. Qualunque persona di buon senso direbbe che è una truffa bella e buona, e che lo Stato dovrebbe imporre la restituzione immediata del maltolto, piuttosto che una timida tassa che nemmeno vien pagata. È come se un ladro fosse condannato a versare il 10 o il 25% della refurtiva, anziché essere messo in galera e doverla restituire, possibilmente, tutta.

Il secondo fatto è ancora più interessante. Lo Stato italiano possiede il 30% delle azioni ENI – fatturato 76,575 miliardi, utile netto 5,821 miliardi nel 2021, già prima degli extraprofitti – e, dal 1994, gode della cosiddetta golden share. Il che vuol dire che ha il controllo effettivo dell’azienda. Per capirci, con una percentuale inferiore di azioni e senza golden share, la famiglia Agnelli governava la Fiat.

Quindi, per dirla in modo un po’ sbrigativo ma verace, il nostro governo ha consentito la truffa degli extra profitti, ricavandone anche un certo tornaconto economico per la Cassa Depositi e Prestiti, azionista ENI assieme al Dipartimento del Tesoro. Poi ha coperto le sue vergogne con la foglia di fico della tassazione dei medesimi.

Ora, può darsi che qualcuno si senta offeso dal fatto che io parli di truffa. Ma vorrei ricordare che esistono anche le truffe legali, cioè quelle che consentono un guadagno moralmente illecito, pur senza violare esplicitamente alcuna legge, ammesso che così effettivamente sia. Sono truffe morali, ma sempre truffe sono, nel senso che sottraggono indebitamente denaro a soggetti più deboli.

E poi, non sarebbe compito della politica provvedere a fare leggi che le impediscano?

Temo proprio che Mattei, il fondatore dell’ENI, ex partigiano, ucciso dalla mafia, si stia rivoltando nella tomba nel vedere che cosa stanno facendo i suoi successori.

Mi rendo conto che governare non è sempre semplice, ma un po’ più di etica e di buon senso non credo che guasterebbero. Forse vedremmo tornare gli italiani alle urne, se si sentissero meno impotenti nei confronti dell’oligarchia di destra e di sinistra che continua imperterrita a fregarci. 

di Cesare Pirozzi                      

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