Giocare a scacchi con la morte

“La pretesa Nato, dell’UE e degli altri paesi della Santa alleanza occidentale di fornire un crescendo di aiuti militari all’Ucraina per consentire di vincere rapidamente la guerra ha come unico sbocco la continuazione di una strage insensata e senza fine. Pretendere di sconfiggere e umiliare una superpotenza dotata di 6.000 testate nucleari è come giocare a scacchi con la morte”

Domenico Gallo, magistrato, già presidente di sezione della Corte di Cassazione.

“L’annunzio di pace della Resistenza è stato fatto proprio dai Costituenti che, con votazione quasi unanime, hanno decretato la cancellazione dello jus ad bellum dalle prerogative della sovranità espellendo la guerra, non dalla storia (non avrebbero potuto) ma almeno dall’ordinamento giuridico”.

Una grande novità, rispetto allo Statuto albertino, la Costituzione stabiliva in modo fermo, chiaro ed inequivocabile che l’Italia ripudia la guerra e promuove la Pace e la giustizia fra le nazioni. Mette al centro l’iniziativa diplomatica, in tutte le sue forme, anche estreme, per ripudiare la guerra. Ma questo non accade da molti decenni. I vari governi che si sono succeduti, sia di sinistra (D’Alema e c.) sia di centro che di destra, hanno inventato formule grammaticale per aggirare la Costituzione e per non ripudiare la guerra. Guerra giusta. Operazione di polizia internazionale, guerra di difesa. Guerra di prevenzione. Operazione Pace e tanti altri modi ingannevoli, solo per non ripudiare la guerra.

“Il ripudio della guerra, scrive Gallo, è riconosciuto dalla dottrina giuridica come uno dei principi supremi dell’ordinamento costituzionale ed è quindi annoverabili tra quelli che prevalgono su ogni eventuale vincolo internazionale, da qualsiasi fonte provenga…”

Torniamo all’art. 11 della Costituzione: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la Pace e la giustizia fra le nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.

In questo articolo c’è tutto è molto di più di quanto pensiamo ci sia. Il ripudio della guerra come mezzo di risoluzione di controversie, è inequivocabile.

È un principio pacifista. Non trattabile o interpretabile. Ma questo principio è andato incontro ad un progressivo deperimento, di pari passo con il progressivo deperimento delle relazioni internazionali.

Con questo deperimento nasce la tendenza a giustificare e allinearsi alle scelte operate dai poteri internazionali, ma anche di giuristi, storici, scrittori e politici, che hanno, così, banalizzato il principio pacifista, fino a “decostituzionalizzare” le norme costituenti.

Da quando è iniziata la guerra in Ucraina, si è passati dalla condanna unanime della aggressione russa, alla accettazione della logica della guerra. Con il supporto mediatico, economico e finanziario. Lo spirito della guerra comporta una divisione maniche della umanità, per cui tutto il male sta dalla parte del nemico e tutto il bene dall’altra. Il dissenso non è tollerato perché giova al nemico, ci dicono.

Ma la realtà, difficile da capire è che la “Resistenza militare ad un’aggressione si è trasformata in una guerra di posizione, come la prima guerra mondiale, in cui i belligeranti cercano di distruggersi a vicenda”

“Dal 17 marzo 2022 il conflitto ha perso la natura di una Resistenza legittima dell’Ucraina a un’aggressione altrui, ed è diventata una guerra in cui un’alleanza di oltre 30 Stati cerca di infliggere una batosta alla Russia, utilizzando il sangue degli ucraini”.

Da questo scenario è facile immaginare il dopo, la sofferenza e il dolore del popolo ucraino, manipolato dagli USA e dalla UE. “La pretesa della NATO e della UE e degli altri paesi della alleanza di fornire un crescendo di aiuti militari all’Ucraina per consentirle di vincere rapidamente la guerra ha come unico sbocco la continuazione di una strategia insensata e senza fine. Ci nonostante ci stiamo muovendo verso una intensificazione dello scontro militare….pretendere di sconfiggere ed umiliare una superpotenza dotata di 6.000 testate nucleari è come giocare a scacchi con la morte. Senza volerlo e senza rendercene conto ci stiamo avviando sulla via per Harmageddon”.

Claudio Caldarelli