Consumismo rapace

“Il consumismo rapace, alimentato da cuori egoisti, sta stravolgendo il ciclo dell’acqua del Pianeta. L’uso sfrenato di combustibili fossili e l’abbattimento delle foreste stanno creando un innalzamento delle temperature e provocando gravi siccità. Spaventose carenze idriche affliggono sempre più le nostre abitazioni, dalle piccole comunità rurali alle grandi metropoli. Inoltre, industrie predatorie stanno esaurendo e inquinando le nostre fonti di acqua potabile con pratiche estreme come fratturazione idraulica per l’estrazione di petrolio e gas, i progetti di mega-estrazione incontrollata e l’allevamento intensivo di animali. “Sorella acqua” come la chiama San Francesco, viene saccheggiata è trasformata in merce…”.

Papa Francesco, nel messaggio per la Giornata mondiale di Preghiera dedicata alla cura della Casa comune, invita a compiere passi coraggiosi affinché la Pace e la giustizia tornino a scorrere in tutto il Pianeta.

Le strade da percorrere, che indica Bergoglio, sono quattro per vincere sul consumismo rapace, sfruttamento delle risorse e inquinamento: conversione del cuore, trasformazione degli stili di vita, nuove politiche sociali, sinodalità.

Consumismo rapace, lo chiama il Papa, usando un termine forte, che mai nessun leader politico di sinistra, a ma i avuto il coraggio di usare. Consumismo rapace, che uccide il pianeta, che uccide milioni di persone per fame, che uccide milioni di persone per guerra. Consumismo rapace, il male dei mali che uccide il bene comune il Creato. La forza con cui il Papa usa le parole, come un bastone per frantumare il consumismo e il capitalismo rapace.

Vibra potente l’appello di Francesco ad ascoltare una volta per tutte il grido di chi è vittima dell’ingiustizia ambientale, scrive Cecilia Seppia su Vatican News, e climatica per porre fine ad una guerra insensata che sta distruggendo il Pianeta e realizzare insieme, Chiesa, società, istituzioni, un mondo più sostenibile e equo. La giustizia è essenziale alla vita dei figli di Dio come l’acqua lo è per la sopravvivenza fisica dell’uomo e dell’ambiente. Invita tutti, Francesco, ad ascoltare il battito materno della terra e a far sì che il nostro cuore torni a battere all’unisono con essa.

“In questo Tempo del Creato,

soffermiamoci su questi battiti del cuore: il nostro, quello delle nostre madri e delle nostre nonne, il battito del cuore del creato e del cuore di Dio. Oggi essi non sono in armonia, non battono insieme nella giustizia e nella pace. A troppi viene impedito di abbeverarsi a questo fiume possente. Ascoltiamo pertanto l’appello a stare a fianco delle vittime dell’ingiustizia ambientale e climatica, e a porre fine a questa insensata guerra al creato”. Il Tempo ecumenico del Creato, ispirato al profeta Amos.

Claudio Caldarelli

 

 

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