Via al processo di beatificazione per don Giuseppe Beotti, il parroco martire ucciso dai nazisti

Sarà beato don Giuseppe Beotti, il parroco martire ucciso dai nazisti a Sidolo colto nel tentativo di salvare vite.

Nativo di Campremoldo Sotto, nel comune di Gragnano Trebbiense, don Giuseppe inizia il suo ministero nel 1938 in val Tidone, a Borgonovo, come curato, dove fin da subito mostra una particolare sensibilità nei confronti dei più fragili. Ai chierichetti affidava buste con aiuti in denaro da consegnare alle famiglie bisognose, con l’impegno di non svelare chi li aveva inviati.

Nel 1940 don Beotti è parroco a Sidolo, un paesino sull’Appennino parmense e lì, durante la guerra, si impegna per salvare il maggior numero di persone possibile aiutando e accogliendo tutti senza distinzioni: ebrei, partigiani, soldati feriti. Più volte in chiesa, a voce alta, aveva espresso il desiderio di donare la vita purché i suoi parrocchiani fossero risparmiati dalla violenza: “Finché c’è un’anima da curare, io sto al mio posto”.

Facendosi il segno della croce e con il breviario stretto nella mano sinistra don Giuseppe Beotti muore fucilato il 20 luglio del 1944, a 31 anni, colpevole di non aver voluto abbandonare la sua parrocchia di Sidolo nonostante la minaccia dei tedeschi di uccidere tutti i sacerdoti che avrebbero trovato sulla loro strada.

Nell’uccisione del parroco martire gioca un ruolo determinante l’aiuto da lui offerto a molte persone ebree perseguitate dai nazifascisti. Per dare loro rifugio, il sacerdote aveva mobilitato tutti i parrocchiani, nascondendo e assistendo in casolari della zona un centinaio di ebrei.

Insieme a lui, durante i rastrellamenti dei tedeschi, vengono catturati e uccisi anche un chierico, Italo Subacchi e un sacerdote, Francesco Delnevo. Nel luogo della loro esecuzione, a pochi metri dalla chiesa, sorge un cippo che ne richiama il sacrificio.

Diverse testimonianze parlano di un uomo minuto e fragile ma dal grande cuore, Don Giuseppe Beotti svolgeva il suo ministero mostrando carità verso tutti, tendendo la mano all’altro, al diverso a costo della sua vita.

Ora la Chiesa ne riconosce il martirio: per lui è stato aperto il processo di beatificazione.

Luna Zuliani

 

Print Friendly, PDF & Email