Chi è senza peccato scagli la prima pietra

di Paolo Sabatino

Chi mi conosce poco non sa che io frequento i bar non per degustare caffè poco credibili o mangiare lieviti poco lieviti (fa tanto radical chic omettere cornetti) o peggio ancora ciambelle unte e untuose, ma per ascoltare quello che dicono gli avventori sempre meno avventati tra una consumazione e l’altra. Non a caso ho scritto meno avventati perché con l’aria che tira c’è addirittura il rischio che i bar o luoghi pubblici diventino le cabine elettorali e le casse di risonanza dei frequentatori dei social. Qualche mattino fa un cliente ben distinto in risposta a chi stava parlando della faccia tosta dei giornalisti e politici che avevano santificato sua Utenza e degli svariati milioni che aveva lasciato a Dell’Utri, condannato definitivamente a sette anni di prigione per concorso esterno in associazione mafiosa, ha detto con tanta enfasi che ne avanzava per venderla: Chi è senza peccato scagli la prima pietra.

Io, come al solito mi sono caricato di tutti i mali del mondo e mi sono vergognato tantissimo a sentire paragonato Dell’Utri ad un fruitore di tangenti o ad un evasore fiscale qualsiasi, per non parlare dei miracoli della Santanchè o delle fortune di imprenditori che lavorano ventiquattro ore al giorno, oppure dei 49 milioni di euro della Lega scomparsi, oppure a dei palpeggiatori seriali con grossi scompensi sessuali che addirittura in dieci secondi consumano tutto il pasto (altro che palpeggio).

Mi sono vergognato perché ho pensato a Falcone, A Borsellino, a Livatino, a Mattarella, a Costa, Terranova, Scopelliti, a Pio la Torre e non ho preso più il caffè perché il barista rideva compiaciuto per la pietra.

Mentre stavo uscendo ho sentito dire da un altro: La verità è che voi di sinistra siete rosiconi, ve brucia er culo ahahahahahahaha.

 

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