“La pianura dei sette fratelli” di Combat Rocker Italiani Gang

Gelindo, Antenore, Aldo, Ferdinando, Agostino, Ovidio e Ettore Cervi. Sette fratelli antifascisti, colpevoli soltanto di amare la libertà, furono arrestati dai fascisti repubblichini il 25 novembre 1943 e fucilati nel poligono di tiro di Reggio Emilia il 28 dicembre 1943. Noi avremmo voluto che nell’anniversario della loro carcerazione le nostre Amministrazioni avessero voluto ricordare il genocidio di una intera famiglia ma così, ancora una volta, non è stato. A papà Alcide fu concessa la Medaglia d’Oro della Resistenza e durante la cerimonia, tra le altre, pronunciò queste parole: “Mi hanno sempre detto… tu sei una quercia che ha cresciuto sette rami, e quelli sono stati falciati, e la quercia non è morta… la figura è bella e qualche volta piango… ma guardate il seme, perché la quercia morirà, e non sarà buona nemmeno per il fuoco. Se volete capire la mia famiglia, guardate il seme. Il nostro seme è l’ideale nella testa dell’uomo”.

Noi non possiamo fare altro che usare le parole di Papà Cerci per ricordare a quelli che non hanno memoria che “dopo un raccolto ne viene un altro”.

di Pietro Lucidi

Terra e acqua e vento
non c’era tempo per la paura
nati sotto la stella
quella più bella della pianura
avevano una falce
e mani grandi da contadini
e prima di dormire
un “padre nostro” come bambini.
Sette figlioli sette
di pane e miele a chi li do
sette come le note,
una canzone gli canterò.
E pioggia e neve e gelo e fola
e fuoco insieme al vino
e vanno via i pensieri
insieme al fuoco insieme al vino
e vanno via i pensieri
insieme al fumo su per il camino.
Avevano un granaio
e il passo a tempo di chi sa ballare
di chi per la vita
prende il suo amore e lo sa portare.
Sette fratelli sette
di pane e miele a chi li do?
Non li darò alla guerra
all’uomo nero non li darò.
Nuvola lampo e tuono
non c’è perdono per quella notte
che gli squadristi vennero
e via li portarono con calci e botte.
Avevano un saluto
e degli abbracci quello più forte
avevano uno sguardo
quello di chi va incontro alla sorte.
Sette figlioli sette,
sette fratelli a chi li do?
Ci disse la pianura
questi miei figli mai li scorderò.
Sette uomini sette,
sette ferite e sette solchi
ci disse la pianura
i figli di Alcide non son mai morti
in quella pianura.
Da Valle Re ai Campi Rossi
noi ci passammo un giorno
e in mezzo alla nebbia
ci scoprimmo commossi.

Combat Rocker Italiani Gang

 

 

Print Friendly, PDF & Email