Stragi in mare: la vergogna della società

Claudio Caldarelli – Eligio Scatolini

“… in questi giorni stiamo assistendo al ripetersi di gravi tragedie nel Mediterraneo, siamo scossi dalle stragi silenziose davanti alle quali ancora si rimane inermi e attoniti. La morte di innocenti, principalmente bambini, in cerca di una esistenza più serena, lontano da guerre e violenze, è un grido doloroso e assordante che non può lasciarci indifferenti. È la vergogna di una società che non sa più piangere e compatire l’altro”. Papa Francesco nel messaggio dieci anni dopo la visita a Lampedusa. La Chiesa si ponga sulla rotta dei dimenticati.

Il grido accorato del Papa non viene raccolto dai governanti europei, anzi viene lasciato cadere nella indifferenza. I nuovi Ponzio Pilato, si lavano le mani, sui migranti, abbandonandoli al loro drammatico destino di naufraghi che muoiono nel mare. Le stesse mani, quelle dei governanti europei, che si macchiano del sangue di una guerra che bussa alle porte, e che loro continuano a foraggiare inviando armi e munizioni. Il popolo della Pace, messo alle corde da una Europa non solidale, guerrafondaia, avida, egoista e famelica. Si mangia i suoi stessi figli, sotto le bombe, come si mangia gli stessi figli che fa annegare nel mare.

Papa Francesco, unico al mondo a richiamare l’attenzione sui migranti e sulla Pace.

“Sono trascorsi dieci anni dal viaggio che ho voluto compiere nella comunità lampedusana per manifestare il mio sostegno e la paterna vicinanza a chi dopo penose peripezie, in balia del mare, è approdato sulle vostre coste. Il consumarsi di sciagure così disumane deve assolutamente scuotere le coscienze, Dio ancora ci chiede: Adamo dove sei? Dov’è tuo fratello? Vogliamo perseverare nell’errore, pretendere di metterci al posto del creatore, dominare per tutelare i propri interessi, rompere l’armonia costitutiva tra Lui e noi? Bisogna cambiare atteggiamento, grida il Papa, il fratello che bussa alla porta è degno di amore, di accoglienza e di premura. È un fratello che come me è stato posto sulla terra per godere di ciò che esiste e condividerlo in comunione”.

Una voce forte, quella di Papa Francesco, ma una voce sola. Isolata dai governi e dai governanti, che la domenica si dichiarano cattolici, e vanno in chiesa. Ma cattolici non lo sono, non seguono il Vangelo, non seguono le parole del loro Papa, ma lo ignorano. Come ignorano ogni esortazione di Francesco a non restate imprigionati nella paura o nelle logiche di parte, ad essere buoni cristiani capaci di fecondare con la ricchezza spirituale del Vangelo, ad accogliere e sentirsi fratelli.

Ma le stragi in mare continuano e rappresentano la vergogna di una società avida che pensa solo a se stessa.

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